sabato 6 febbraio 2010

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


In questa V domenica del tempo ordinario, siamo trasportati ad avere un orizzonte più ampio della vita.
L'evangelista Luca ci presenta la chiamata dei primi discepoli. In questo scenario di sequela, abbiamo anzitutto una folla che manifesta la volontà di ascoltare la Parola. Ma Gesù chiede di fare qualcosa di particolare: allontanarsi dalla riva per pescare.
Allontanarsi significa rompere con una realtà che non sempre ci offre soddisfazioni… tagliare i ponti con una società che bada solo al benessere e all'apparenza, nella quale non si accettano compromessi senza un tornaconto. Allora, si prende il largo, ma con Gesù per farci condurre su un piano più elevato. Ci si discosta da terra e si prende il largo, perché a rendere stabile le acque della nostra esistenza c'è Colui che libera da ogni paura e da ogni forma di timore… e offre oltre al sostentamento corporale anche quello spirituale. Si taglia il cordone ombelicale con la realtà umana, per ristabilire il legame pieno, duraturo ed efficace con il Signore della vita.
La vicenda di Pietro è un invito a guardare la vita con gli occhi della fede per potere individuare i benefici che riceviamo e che ci permettono di affrontare in modo sereno e tranquillo la quotidianità.
Anche noi come la folla siamo chiamati a far ressa attorno alla Parola perchè trasformi la nostra esistenza. In questo l'atteggiamento di Pietro dice come la Parola ascoltata e interiorizzata porta i suoi primi frutti… una confessione delle proprie debolezze e una richiesta di aiuto a uscire fuori dal baratro in cui ci ha condotti il nostro egoismo sono l'inizio per compiere un salto qualitativo: da terreno poco fecondo a terreno fruttuoso.


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