giovedì 11 febbraio 2010

Venerdì della V settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo odierno ci presenta Gesù che continua a comunicare il Vangelo in territorio pagano. Ed anche qui accadono scene analoghe a quelle che si vedevano in Galilea (vedi Mc 7,31-37).
Ci troviamo nella Decapoli e qui Gesù accoglie un sordomuto che lo guarisce dalla sua sordità e incapacità di parlare.
Di fronte a questo avvenimento viene spontaneo il ricordo del testo di Isaia: "Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio. Allora si apriranno gli occhi ai ciechi e si schiuderanno gli orecchi ai sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto" (Is 35,4-6).
"Apriti", forse la parola che esprime di più la missione di Gesù fra di noi. Egli si è incarnato per aprirci a Dio, per aprire le orecchie alla Parola, per aprire menti e cuori alla conversione, per aprire alla realtà di poterci accostare a Dio, vedere il suo Volto. Ma di conseguenza, ogni discepolo di Gesù, ogni cristiano è chiamato ad accostare tutti a Dio.
L'incontro con il sordomuto nel Vangelo di oggi compendia tutto il mistero di Dio che vuole un rapporto con ogni persona: un Dio tenero, pieno di compassione, che si china a toccare, il Dio trascendente che desidera ‘respirare' dentro di noi la vita nuova.
L'evangelista parlando di guarigione, qualunque essa sia, nel corpo o nel cuore, avviene sempre in un rapporto diretto con Gesù, non nella confusione del mondo. C'è bisogno di un rapporto personale con lui, di vederlo negli occhi, di sentire la sua parola, anche una sola parola (il centurione chiese a Gesù: "di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito"). Anche in questo caso Gesù, dopo aver rivolto al cielo i suoi occhi, dice solo una parola a quel sordomuto: "Apriti!" ed egli guarisce dalla sua chiusura.
Quale mutismo... quale sordità nella nostra vita? Gesù è venuto per guarire il mutismo e la sordità dall'umanità per farla diventare il vero popolo di Dio, un popolo che ascolta e risponde a colui che gli dice: "Ascolta, Israele!" (Dt 6,4-5); "Ascoltate!" (Mc 4,3); "Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo!" (Mc 9,7).
Noi che ci definiamo o professiamo cristiani, siamo ascoltatori di Gesù? Forse ancora dobbiamo imparare che a parlare non si impara nulla, ad ascoltare gli stupidi si diventa stupidi, ad ascoltare i saggi si diventa saggi, ad ascoltare Dio si diventa Dio.
Fa' o Signore che la mia vita sia aperta per poter ascoltare la tua Parola che ogni giorno risuona nelle mie orecchie ma senza frutto, senza udire. Ripeti anche a me "effatà" perché possa udire ed accostare altre sordità e mutismi a te.