sabato 13 febbraio 2010

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


E' la domenica delle beatitudini, raccontate dall'evangelista Luca. Sembra quasi un anticipo del percorso quaresimale che intraprenderemo mercoledì con il rito delle imposizioni delle ceneri.
Luca presenta le beatitudini per quanti hanno scelto di seguire il Signore nella vita di tutti i giorni. Seguirlo significa abbandonare tutto (Lc 9,23), rinunciare agli agi (Lc 9,58), essere detestati (cf. Gv 17,14), allontanati dalle cerchie del potere, dai soldi e dall’onore (cf. Gv 16,2).
E' il mondo dei valori di Dio che capovolge la scala dei valori dell'uomo e annuncia il modo con il quale Dio salva.
Non abbiamo nelle parole dell'evangelista un insegnamento di morale, ma un dire l'azione di Dio in Gesù rivelando come agisce Dio nella storia umana.
Possiamo paragonare quest'azione alla stessa di Mosè quando scese dal monte di Dio dopo aver ricevuto le tavole della Legge. Al Sinai fu rivelato all'uomo cosa doveva fare; nella discesa di Gesù dal monte Dio rivela che cosa fa lui.
Accogliamo questa domenica questa parola di speranza. Infatti, ai tanti impegnati in prima linea ad affrontare problemi immensi della quotidianità risuonano parole di speranza, speranza in Dio, curando l'uomo.
In questa speranza è celata la prospettiva oltre la morte: la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Ma prima bisogna giocare tutte le carte che la situazione presente ci fornisce. E' vero costruttore del regno di Dio chi si impegna con tutte le sue possibilità a rendere più abitabile la terra. La risurrezione non cancella la storia, ma divinizza tutto ciò che noi stiamo umanizzando.

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