domenica 14 marzo 2010

Lunedì della IV settimana di Quaresima

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Accogliere Cristo nella fede è il segno inequivocabile di una vera religiosità che il Vangelo di oggi ci presenta (vedi Gv 4,43-54).
Ma che cosa è la vera religiosità? Certo non sono i segni o prodigi che si vanno cercando, non si limita ad una gioia superficiale e momentanea, ma induce ad una vera conversione del cuore, ad una adesione piena ed incondizionata del suo messaggio.
Quanto narra l'evangelista Giovanni, non è altro che un suscitare la fede in noi che crediamo o che ogni giorno ci sforziamo di credere. Questo lo possiamo fare una volta che apriamo il nostro cuore alla novità che Gesù porta in parole e azioni, ogni volta che incontriamo Cristo Gesù e ripetiamo sempre l'incontro.
Nel vangelo, i miracoli di Gesù sono sempre l’esito di un incontro personale, di uno sguardo che penetra nell’anima e intuisce il senso profondo della domanda. Quando trova la purezza di cuore, risponde immediatamente, magari con modalità che non sempre ci sono chiare, ma senz’altro per “dare vita e vita in abbondanza”.
È il cammino della fede che ognuno di noi è chiamato ad intraprendere. Un cammino che può imbattersi nel dubbio, che può conoscere ore in cui affiora prepotente al labbro il grido angosciato di quel padre: "Signore, affrettati a scendere, prima che sia troppo tardi!".
Un grido umanissimo, che nulla toglie alla limpidezza di una fede provata, ma pur sempre ancorata alla Parola. È il cammino che ha percorso anche la vergine Maria.
In questo percorso quaresimale che ci porta alla Pasqua presentiamoci anche noi, con Maria, davanti a Gesù, prostriamoci e preghiamo. Anche noi portiamo nel cuore figli e figlie che soffrono, fratelli e sorelle che disperano in una crisi economica che non lascia scampo a nessuno. Abbiamo nell’animo le ferite delle violenze, degli stupri, delle volgarità, della pedofilia. Andiamo incontro a Gesù accompagnati da queste situazioni di dolore e chiediamo il suo intervento con la stessa fede del funzionario reale.
Con Maria non pretendiamo risposte esaurienti, ma, custodendo tutto nel cuore, rimettiamoci in cammino insieme a Gesù. Lui sicuramente si fermerà e ci darà la risposta di speranza, che ci ha ottenuto con la sua Pasqua.
Oggi, nel mio angolo di preghiera, ripercorrerò le tappe che hanno portato il funzionario ad aprirsi alla fede. Sosto e rifletto sulla Parola ascoltata per capire se sono capace di affrontare il cammino della fede. Verbalizzerò la mia preghiera:
Signore, io credo! Ma, con il funzionario del re, sento di doverti gridare: Aumenta la mia fede! Sostienila nel momento della prova, quando tutto sembra precipitare nel buio e il dubbio mi assale. Fa' che sappia dirti di "sì" in un abbandono fondato unicamente sulla certezza che tu mi ami.