lunedì 8 marzo 2010

Martedì della III settimana di Quaresima

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Nel vangelo (vedi Mt 18,21-35) ci viene proposto di "perdonare di cuore i nostri fratelli", come ha fatto con noi Dio, che ci ha perdonato mostrandoci fino in fondo la sua misericordia.
La parabola evangelica manifesta l'enorme differenza tra il perdono di Dio verso di noi e il nostro perdono verso il fratello. Nonostante tutto, spesso non siamo capaci di questi "piccoli perdoni". Forse avremo bisogno di sentire tutto il peso delle nostre miserie e dei nostri peccati, per capire da cosa ci salva Iddio ed avere un comportamento giusto verso i nostri fratelli: "siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro. Perdonate e vi sarà perdonato".
Ci capita infatti di dimenticarci di tutto il bene che abbiamo ricevuto dal buon Dio, di quanto egli ha fatto per noi, dell'incarnazione del Verbo, della sua passione, della sua morte, del condono pieno e totale dei nostri debiti, quando neghiamo misericordia al nostro prossimo. Assumiamo esattamente lo stesso atteggiamento del servo malvagio del Vangelo. Purtroppo capita anche ai così detti buoni cristiani. Non dovremmo mai dimenticarci delle parole che ogni giorno ripetiamo nella nostra preghiera come impegno al Padre: "rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori".
Nel Vangelo la parabola conclude con queste parole del re: "Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?".
Essere discepoli nella comunità di Gesù vuol dire vivere l'amore compassionevole del Padre verso ogni fratello e sorella; sempre pronti ad accogliere e condividere fraternamente il perdono ricevuto dal Padre.
Signore Gesù, fa crescere in me durante questa Quaresima, un amore compassionevole come il tuo, poiché possa pregare con sincerità vera "Padre nostro, perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo ad ogni nostro debitore".