lunedì 29 marzo 2010

Martedì della Settimana Santa

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



Continuiamo la lettura del vangelo di Giovanni. I testi del vangelo di questi giorni ci mettono dinanzi a fatti terribili che condurranno alla prigione ed alla condanna di Gesù.
Il Vangelo odierno ci racconta il tradimento di Gesù, per opera di Giuda, che diviene esempio per eccellenza della cattiveria umana (vedi Gv 13,21-33.36-38).

La domanda di fondo che vuole ripercorrere il nostro cammino interiore, la ricaviamo dal Vangelo: "chi è che tradisce?". E' facile in questo mmento pensare al personaggio evangelico di nome Giuda. Ma ancora oggi ci sta un tradimento: nell'Ultima Cena, nell'Eucarestia, nella Chiesa, nella famiglia, nella comunità, accanto a noi... sempre. Come del resto ci sta sempre qualcuno che rinnega, questi è colui che a parole professa, prega e canta, partecipa a parole, afferma.
Se rileggiamo il brano, al centro troveremo una sottolineatura da parte dell'Evangelista: “era notte”. E' la nostra notte che dobbiamo vivere perché il Cristo risorto la rischiari con la sua luce. Infatti, è la notte di cui Gesù è venuto a dissipare le tenebre, ma che ora sferra il suo attacco decisivo, tentando di sopraffare la luce. E' notte e tutto appare distorto, diverso, cambiato, difficile. Ci sta un buio fitto nel cuore di Giuda, nel cuore di un Giuda di tutti i giorni. E' la notte del fallimento dove siamo chiamati a convertire il suo cuore e cambiare e gioire e garantire nella fede i suoi fratelli. Ci sta una fatica, un turbamento, un tirarsi indietro. Questa è la notte della nostra pochezza e della grandezza di Dio, della nostra piccola fede che viene spazzata via davanti agli eventi che ci turbano e ci spaventano.
E' la notte del silenzio dove il ginocchio si pieghi a così grande amore. Chiediamo perdono per noi per tutte quelle volte che non capiamo, che non vediamo, che non cogliamo la misura dell'amore di Dio.
Preghiamo così: Padre, non guardare alle mie colpe ma alla tua bontà. Donami di attraversare la notte, facendomi compagno dei miei fratelli che in essa si dibattono, ma indicando la luce della tua croce, da cui promana pienezza d’amore.
Te lo chiedo per Cristo, che per amore è sceso nelle profondità del dolore e della morte, e ora siede con te nella gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen.