venerdì 23 aprile 2010

Sabato della III settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


La sequela Christi non è la via dei buoni a nulla, dei semplicioni, degli scanzafatiche. E' una via dura, ma allo stesso tempo si mostra semplice per chi si abbandona fiduciosamente. Nel Vangelo odierno i discepoli sentono il discorso di Gesù come inaccettabile (vedi Gv 6,60-69).
Manifestare la propria incredulità, così come la leggiamo nelle pagine del vangelo, è indice che queste persone non sono rinate dallo Spirito Santo, perciò non possono credere alla rivelazione di Gesù. Per questo le parole di Cristo Gesù appaiono loro duro, ossia assurde e inaccettabili.
Ma fermiamoci un attimo e facciamoci pure una domanda: sono dure le parole di Gesù o è duro il nostro cuore che rimane ostinatamente ancorato alle sue pseudo-sicurezze e ha paura di lasciarsi provocare dall’amore?
Certo non è facile accogliere il dono totale di se, il dono totale di Gesù ma come diceva un grande maestro dello Spirito "Amare non vuol dire impossessarsi di un altro per arricchire se stesso, bensì donarsi ad un altro per arricchirlo..." (M. Quoist).
Gesù sta parlando del dono totale che consumerà sulla croce e si prolungherà nel tempo nelle specie eucaristiche, di un grande dono d'amore che sempre si perpetuerà e non si può ‘mangiare la sua carne e bere il suo sangue’ e continuare a custodire in cuore rancori, chiusure egoistiche e ‘idoletti’ vari. L’amore chiede amore, chiede di diventare amore, di spalancarsi al dono, senza distinzione di persone.
Non siamo isole felici che si alienano fino alla sclerotizzazioni della mente e del cuore, fino a rendersi impermeabili alla Parola di Dio, così che essa non riesce più a scalfire, anzi diventa incomprensibile, dura, e l’incredulità si fa ineluttabilmente strada.
Ecco perchè Gesù pone una domanda al nostro cuore: “Volete andarvene anche voi?”. Gesù invita gli apostoli a rinnovare la loro scelta: o accettare la sua rivelazione, anche sconcertante, o abbandonarlo e andarsene. La risposta però non affonda nella superficiliatà ma ci obbliga col cuore a prendere posizione nella vita, rimuovendo eventuali ostacoli. L'adesione alla persona di Gesù è un dono di Dio, che l'uomo può accogliere o rifiutare. Seguire Gesù non è un continuo stare a mani giunte. Origene diceva: "Anche noi dobbiamo stare attenti: anche noi spesso giacciamo vicino al pozzo di “acqua viva”, cioè vicino alle sacre Scritture e ci aggiriamo in esse. Abbiamo i Libri e li leggiamo, ma non cogliamo il senso spirituale. I nostri occhi sono aperti: il velo della lettera è stato tolto. Ma temo che noi li chiudiamo in un sonno ancora più profondo, se non teniamo vigile la spirituale intelligenza".
Lasciamo allora che il Signore scuota ogni giorno il nostro torpore. lasciamo che la forza dello Spirito Santo entri in noi e ci faccia nuove creature secondo il cuore di Dio.
Verbalizziamo così la nostra preghiera: Liberami, Signore, da una fede sonnolenta, che non si pone neppure più domande inquietanti. Il tuo amore continui mantener desto il mio, magari snidandomi dai comodi rifugi in cui mi sono rintanato.