venerdì 9 aprile 2010

Sabato fra l'Ottava di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Siamo ancora nel giorno di Pasqua, ma questa volta ascoltiamo i fatti dall'evangelista Marco che sembra voler riassumere tutti gli interventi di Gesù dopo la Resurrezione e, in particolare, fissa l'attenzione sull'incredulità degli apostoli (vedi Mc 16,9-15), tanto è vero che Marco sottolinea: "non credettero".
La resistenza alla Fede può essere a volte molto forte, da un lato perché certi avvenimenti vanno oltre la nostra comprensione umana, dall'altro perché siamo troppo scoraggiati, troppo tristi per credere, per riaccendere la speranza. Il Signore, fin dal primo momento della risurrezione, si serve della debolezza per confondere i forti (cfr. 1Cor 1,25.27).
Il vangelo di Marco è breve e non approfondisce i fatti. Anzi lascia il velo sull'evento quasi a dire: non servono ulteriori prodigi, né illuminati discorsi. Il credere alla resurrezione è e resta evento personale, scelta di fede, schieramento di cuore.
Infatti, fin dai primi tempi del cristianesimo nella risurrezione, si trova il cuore dell'annuncio cristiano. Se Gesù non è risorto la nostra fede è vana, ci ammonisce san Paolo, e noi siamo dei grandi illusi e dei creduloni.
Non si negano qui le difficoltà del cammino di fede. Ma le difficoltà e l'incredulità che i discepoli di ieri e noi discepoli di oggi incontriamo, non possono frenare la fretta di annunciare a tutti la vittoria di Gesù sulla morte.
Gesù ancora una volta ci fa fare una sosta per riflettere ed analizzare bene e con attenzione la mia adesione a Cristo. Quando, nella mia giornata, vivo in modo attuale e concreto la mia fede? Sono cristiano ad intermittenza, o credo che essere "di Cristo" prenda tutta la mia vita?
Se la Parola è giunta fino a noi, se ciascuno può dire di avere avuto il cuore toccato dal di dentro, è proprio perché Gesù è risorto e di questo annuncio, ora, siamo noi i portatori. E non è a caso che i primi annunciatori della risurrezione non siano gli apostoli, bensì una donna e due anonimi discepoli. E' come dire che è compito di ogni credente annunciare il Vangelo della Pasqua.