mercoledì 5 maggio 2010

Giovedì della V settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il brano odierno (vedi Gv 15,9-11), che segue immediatamente quello di ieri, sottolinea come i discepoli sono accolti nell'amore di Gesù, che trasmette quello del Padre, e devono permanere in esso. L'amore si deve manifestare nel custodire i comandamenti di Gesù e, soprattutto, quello dell'amore fraterno.
Il fine delle parole di Gesù, con le quali egli rivela l'amore del Padre per lui e il suo amore per noi, è comunicare ai discepoli la gioia.
Il Verbo che domina il vangelo odierno è "rimanere". Rimanere è l'esatto contrario di "errare", che non a caso, nella sua ricchezza semantica, significa tanto "girovagare" quanto "sbagliare", "smarrirsi". Rimanere è quella capacità di stare, di esercitare l'obbedienza, di vivere la fedeltà duratura, soprattutto in tempi difficili, unica condizione per acquisire consistenza, spessore, profondità. Rimanere senza farsi trasportare dalla tempesta dei propri umori superficiali, delle proprie sensazioni, a seconda di ciò che sul momento appaia ai nostri gusti più piacevole e più appetibile. Rimanere... ma dove? Gesù spiega come si rimane concretamente nel suo amore: osservando i suoi comandamenti, cioè vivendo la sua parola.
Il Cristo si presenta come modello: egli ha custodito i precetti del Padre e perciò vive intimamente unito a lui. L'essere nel cuore di qualcuno, essere apprezzato e stimato per quello che si è in profondità, non per quello che si appare o si costruisce, l'essere prezioso nella memoria di qualcuno, essere avvolto da una tenerezza che fa dimenticare il dolore, questo e solo questo è il pieno destino dell'uomo.
Anche la nostra vita se ci facciamo caso va in cerca esclusivamente di amore. Possediamo un cuore che non desidera altro che essere ricolmo di amore, gioia. "La gioia del cristiano abita nel profondo del credente e consiste nella sua vita nascosta con Cristo in Dio" (Enzo Bianchi).
L'Evangelista Giovanni oggi ci dice che Dio la pensa alla stessa maniera. Gesù è venuto perché la nostra gioia sia piena e per farlo dona la sua vita. Rimanere nel Signore è inabissarsi sempre più nella certezza che Lui è più grande del mio cuore (cfr. 1Gv.3,20 ) è l'Amore stesso (1Gv. 4,8 ), per primo mi ama ( 1 Gv. 4,19). E' venuto a salvarmi, non a perdermi (cfr. Gv.3,17).
Invochiamo lo Spirito Santo perché ci aiuti a rimanre in Gesù e a saper accogliere la volontà del Padre!