mercoledì 12 maggio 2010

Giovedì della VI settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!




E' il 13 Maggio e vogliamo ricordare la Madonna di Fatima. La liturgia di questo giovedì è permeata ancora dagli ultimi giorni di Gesù prima di celebrare la sua ascensione.
Nel vangelo, Gesù parla degli ultimi eventi della sua vita terrena con espressioni alquanto enigmatiche che provocano sconcerto nei suoi amici, i quali non riescono a capire soprattutto il senso delle parole "un poco" (vedi Gv 16,16-20). I suoi non lo vedranno più perché sarà nel sepolcro e se ne rattristeranno, mentre gli oppositori si rallegreranno. Ma, con la Risurrezione, splenderà nuovamente tra i suoi la gioia. Questa situazione però di alternanza del dolore e della gioia, di una momentanea esperienza dell'assenza del Signore nella nostra vita a cui succede, improvvisamente, il senso vivo della sua Presenza, è tipica della nostra vita spirituale.
Il dolore è un buon pedagogo. E Gesù ci ricorda che "ancora un poco e mi vedrete". Egli non dice: alla fine della vita, in paradiso. No! Dio ci ha creati per la gioia, una gioia destinata a sbocciare fin d'ora, su questa terra, per poi esplodere in pienezza nell'eternità.
La nostra stessa vita spirituale è scandita da questo ricorrente andar via di Gesù e ritornare a noi. Nel senso che avvertiamo, nelle diverse "stagioni della vita" quell'alone di "assenza-presenza" del Signore. Quando il nostro camino è arido soffriamo, ma è purificante per noi questo andarsene di Gesù dalla nostra sensibilità. Ora Egli torna a noi e, nel nostro cuore purificato, la sua è una presenza meno sensibile ma più profonda che fa presa sulle nostre giornate guidate dal Suo Spirito.
Viviamo una vita di comunione tra noi che ci aiuta a sconfiggere definitivamente la sensazione di un distacco doloroso da Cristo: è la nostra comunione con noi, è la nostra vita modellata al suo Vangelo, è la nostra preghiera che ce lo rende vivo, presente e partecipe della nostra storia.