martedì 4 maggio 2010

Mercoledì della V settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Oggi il calendario carmelitano ci fa celebrare la memoria di Sant'Angelo di Sicilia. Secondo la tradizione fu tra i primi che dal Monte Carmelo trasmigrarono in Sicilia. Nei secoli passati ed ancor oggi gode di grande popolarità in Sicilia e specialmente a Licata. In questa città sarebbe stato ucciso per mano di "empi infedeli" verso la prima metà del secolo XIII.
Il vangelo odierno (vedi Gv 15,1-8) sembra proprio appropriato a questa celebrazione. Sant'Angelo è quel tralcio che ha portato il suo frutto perché legato alla vite. Gesù si autodefinisce vera vite in cui opera il provvido e sapiente vignaiolo, che è il Padre celeste.
I discepoli, quelli di allora e anche noi di oggi, siamo i tralci. I tralci sani rimangono attaccati alla vite e a suo tempo portano frutto, ma i tralci che non portano frutto sono tagliati e buttati via per bruciare.In queste parole ricavate dalla vita quotidiana, l'Evangelista fa capire l'importanza di "rimanere" in Gesù affinché Egli rimanga in noi, perché: "senza di me voi non potete fare nulla". Non abbiamo alcun dubbio che la vite è lo stesso Cristo e noi i suoi tralci.
Non possiamo perciò avere una vita autonoma e staccata dalla vite, pena l'infecondità, la morte e il fuoco. I legami con cui possiamo e dobbiamo continuamente legarci a lui, sono l'ascolto della sua parola, la conformità della nostra vita alla sua, il vivere costantemente l'intimità della comunione con lui. Dobbiamo avere il coraggio e la fiducia di lasciarci potare, di far rimuovere dalla nostra vita tutte le inutili pesantezze, tutti i motivi che ci distolgono dal Signore e ci tengono lontano da lui. Infatti senza Gesù risorto, non siamo in grado di comprendere la verità di chi è Dio e di chi siamo noi. Come i profeti dell'antica alleanza, possiamo solo vedere le ombre della verità; Gesù invece è la luce che rischiara ogni ombra e far brillare la verità. Egli è la verità.
Ci affidiamo all'intercessione di Sant'Angelo perchè possiamo rimanere nell'amore di Cristo Gesù e amare e servire tutti i fratelli e tutte le sorelle perché loro possano conoscere il Padre e con piena consapevolezza, dargli gloria.