sabato 1 maggio 2010

V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo comincia con l'annuncio drammatico dell'uscita di Giuda dal cenacolo. Esperienza dolorosa sia per Gesù che ama profondamente Giuda, che per Giuda che ha amato Gesù e l'ha seguito per anni; frutto di una incomprensione riguardo all'annuncio della Passione che Giuda non capisce, come del resto non lo capisce nessuno dei discepoli, ma Giuda è l'unico che ha il coraggio di prendere una decisione coerente con ciò che pensano tutti, e passa all'azione.
La pagina del Vangelo di Giovanni che leggiamo nella domenica quinta di Pasqua ci fa riscoprire la novità dell'esperienza cristiana, perché ne rendiamo testimonianza davanti a tutti.
Questa testimonianza è racchiusa in un nuovo comandamento. "Nuovo", "novità" appartengono a quel ristretto numero di parole "magiche", che evocano sempre e solo sensi positivi. Nuovo di zecca, nuovo fiammante, vestito nuovo, vita nuova, giorno nuovo, anno nuovo. Il nuovo fa notizia. Sono sinonimi. "Nuova" e "novella", come aggettivi, significano una cosa nuova e, come sostantivi, una notizia.
Il Vangelo si chiama "buona novella" proprio perché contiene la novità per eccellenza.
Il comandamento di Gesù è un comandamento nuovo in senso attivo e dinamico: perché "rinnova", fa nuovi, trasforma tutto. "E questo amore che ci rinnova, rendendoci uomini nuovi, eredi del Testamento nuovo, cantori del cantico nuovo" (S. Agostino). Se l'amore parlasse, potrebbe fare sue le parole che Dio pronuncia nella seconda lettura di oggi: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose".
In questa V domenica di Pasqua ci viene consegnato un comandamento nuovo e rinnovante. Vivendolo possiamo giungere alla pienezza della nostra vita, e alla realizzazione della nostra dignità di uomini e Figli di Dio.
Chiediamo al Signore il suo aiuto perché possiamo viverlo in pienezza.


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