domenica 3 ottobre 2010

4 ottobre SAN FRANCESCO D`ASSISI

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Festa di san Francesco d'Assisi, festa molto sentita. In questo momento mi viene voglia di definirla festa dell'umiltà e della pace, perchè Francesco d'Assisi era un uomo all'insegna dell'umiltà e della pace. Tanto è vero che il Vangelo di oggi il poverello di Assisi lo incarnò.
Il vangelo mostra la tenerezza con cui Gesù accoglie i piccoli. Lui voleva che i poveri trovassero riposo e pace. Per questo, Gesù fu assai criticato e perseguitato. Soffrì molto!
I poveri non ricevono da parte dei cristiani la stessa tenerezza che, in quel tempo, ricevevano da Gesù. Per esempio, tutto il continente africano, il più povero di tutti, è abbandonato dai paesi ricchi dell’Europa e dell’America del Nord che si dicono cristiani.
Gesù ha posto l'accento su due atteggiamenti importantissimi che noi dobbiamo manifestare: la gioiosa mitezza e l'umiltà. L'umiltà fa conoscere all'uomo se stesso e Dio. Come il fuoco riduce in cenere e abbassa le cose alte, così l'umiltà costringe il superbo a piegarsi e a umiliarsi, ripetendo le parole del Genesi: "Polvere tu sei e in polvere tornerai" (3,19). Senza l'umiltà non ci può essere la vera gioia né la possibilità di amare. L'umiltà ci fa vedere il nostro bisogno di amare ed essere amati e il nostro bisogno di essere perdonati perché siamo peccatori.
Una persona umile e' una persona gioiosa e mite ed una persona gioiosa, arrendevole e' anche umile. E' proprio l'umiltà che ci porta a desiderare di avere veramente Gesù come Maestro, il Maestro di tutto il nostro essere: pensieri, sentimenti, azioni. Lui ci conosce fin in fondo e non dobbiamo volergli tenere nascosta alcuna parte di noi stessi.
Invitiamolo, quindi, nei luoghi più reconditi del nostro cuore, là dove Gesù può ammaestrarci liberamente. Tutti siamo affaticati e oppressi dalle nostre miserie spirituali, tutti possiamo trovare in Lui, e in Lui solo, il vero ristoro per le nostre anime.