venerdì 8 ottobre 2010

Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



In questo sabato, la liturgia ci fa sostare sulle parole beatifiche pronunciate da Gesù: "beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!" (vedi Lc 11,27-28).
Il brano, se ci facciamo caso, segue dopo che Gesù con la preghiera del Padre nostro in cui invita tutti a chiamare Dio Abbà; poi col discorso sulla necessità di pregare con insistenza sempre, chiedendo opportunamente e inopportunamente, giorno e notte; poi, ancora, con la restituzione della parola all'uomo posseduto da un demonio che lo rendeva muto. Tanto è lo stupore suscitato che una donna, tra la folla, prorompe in un'esclamazione di ammirazione verso Maria, la Madre di Gesù, che in realtà, nella mentalità orientale, è esaltazione del figlio.
Gesù da' una risposta particolare, rivoltando la beatitudine, senza togliere nulla a Maria, pronunciata dalla donna verso coloro che praticano la Parola di Dio nella vita di tutti i giorni.
Maria è la donna che ascolta la Parola di Dio e la osserva. Qui in queste poche parole, l'Evangelista Luca non fa altro che farci guardare Maria come modello di imitazione.
La donna del Vangelo invece di invidiare Maria è chiamata ad imitarla: la sua vera realtà di madre di Dio è ascoltare e custodire la Parola. Questo è il passaggio nella fede che ognuno di noi è chiamato ad operare.
Chiunque ascolta e accoglie il Regno di Dio è come Maria: come lei genera e nutre il Cristo nel suo cuore e nel cuore del mondo. È beato perché trasformato, nell'ascolto assiduo e nel ricordo costante del cuore, nella Parola accolta: Gesù.
Maria accoglie la Parola che, in lei, diventa carne, volto, voce, vede la Parola crescere e sgambettare per casa, insegna a Dio a parlare, a pregare, ad allacciarsi i sandali.
Sull'esempio di Maria che ascolta fattivamente la Parola di Dio, abbiamo un Dio che riempie la nostra quotidianità, anzi la abita e la riempie di straordinarietà!
Che Maria ci assista nel nostro voler essere discepoli. Che possiamo prendere sul serio Dio, perché anche in noi si manifestino grandi cose come in Maria.