domenica 28 novembre 2010

Lunedì della I settimana di Avvento

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Ci troviamo nella sezione della predicazione del Regno dei cieli, ove inizia con una serie di miracoli. Il nostro brano (non completo, mancano dei vv. 12-13) raccoglie la fede di un centurione romano e la guarigione di un suo servo (vedi Mt 8,5-11) .
Gesù entra in Cafarnao (nella Palestina settentrionale, in una città di confine dei piccolo regno di Erode Antipa), qui vi è una guarnigione di soldati comandata da un centurione. Chi era questo centurione? Non conosciamo le sue origini, sappiamo che era inquadrato nell’esercito romano e che aveva alle sue dipendenze una centuria, circa duecento uomini, con la quale presidiava il territorio di Cafarnao. Probabilmente era un veterano, un combattente valoroso che si era guadagnato i gradi combattendo sul campo.
Il Vangelo ci presenta il centurione come un uomo buono che cerca Gesù per una particolare situazione: la guarigione di un servo a lui molto caro.
Il brano Matteano a differenza dell'evangelista Luca che ne riporta uno più articolato (7,1-10), inizia subito parlando di incontro. Siamo nel tempo di Avvento appena iniziato e il nostro animo deve essere come quello di questo centurione: andare incontro a Gesù. Attenzione il centurione è un romano e quindi un pagano non era uno dei discepoli (pensiamo che questo è a nostro sfavore). Inoltre,possiede un vero stile militare, sa stare al suo posto e farsi rispettare: «Signore, essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Quell'uomo ha mostrato la fede in Gesù di Nazareth, si è abbandonato totalmente in Lui. Il centurione mostra tanta di quell'umiltà: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito».
Le parole del centurione sono parole di umiltà e di fede che stupiscono e lasciano Gesù meravigliato, ed entra nella sua casa e libera dal male il suo servo ma libera anche il centurione da ogni tipo di catena.
L'andare incontro a Gesù, ci insegna il centurione, desidera avere umiltà e fede che non solo la visita divina ci libera da ogni catena del male, ma fa superare se stessi ed entrare in comunione con Dio.
Gesù contempla in quest’uomo l’azione dello Spirito: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
innalziamo al Signore che conosce il cuore di ogni uomo ed opera per la salvezza di tutti la nostra preghiera, certi della sua misericordia e del suo amore, gli diciamo con fede: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito».


Il calendario carmelitano ricorda i beati Dionisio e Redento