martedì 16 novembre 2010

Martedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il cammino liturgico dell'anno C va verso la sua comnclusione. Anche nel Vangelo odierno siamo alla fine del viaggio di Gesù verso Gerusalemme e, come ieri, ci troviamo a Gerico. Questa volta l’evangelista Luca dopo che aveva parlato di alcuni personaggi che rispondono in maniera diversa a Gesù, ce ne presenta un'altro molto caro alle molteplici nostre meditazioni: Zaccheo (vedi Lc 19,1-10).
Sappiamo già chi era quest'uomo e che vita conduceva. Ma è un uomo che arde dal desiderio di incontrare, vedere Gesù: vuole convertirsi. Nel Vangelo noteremo che questa conversione avviene gradualmente. Anzitutto Zaccheo deve superare l'ostacolo della folla, visto la statura; deve superare il suo inalberamento (il sicomoro vuole essere non solo simbolo di superamento, ma anche di superbia); deve accogliere la proposta di Gesù e lo dovrà fare in fretta e con gioia.
Sono i vari movimenti che riscontriamo anche nella nostra vita, pur non usando la fretta biblica e la gioia nelle nostre sconfitte.
Allora è il caso di chiedersi come Zaccheo: vogliamo veramente incontrare il Signore? Però, penso, che prima di fare questo dobbiamo chiederci quale immagine abbiamo di Dio?
Perché questo interrogarsi? E' un dare senso al nostro rapporto con Lui ogni giorno che ci conduce alla conversione. Un rapporto che ci porta a vedere anche nel volto degli altri il volto di Dio, un Dio che ogni giorno ci ripete: "oggi devo fermarmi a casa tua".
Se sfogliassimo le pagine del vangelo confrontandole con quelle dell'Antico Testamento, ci accorgeremmo che il passaggio di Dio, per mezzo di Gesù, nella nostra vita di tutti i giorni, nella nostra casa è solo perché ci vuole salvi.
A noi è chiesto la disponibilità, un superare le difficoltà che pensiamo che possano impedire l'incontro e accoglierlo con gioia.
Lasciamo quest'oggi che la misericordia di Dio visiti la nostra casa, la nostra vita perché infondano quel coraggio per imboccare la strada impegnativa ma gioiosa della conversione.