sabato 12 novembre 2011

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


In questa domenica che precede la celebrazione di Cristo Re, Gesù per mezzo della penna dell'evangelista Matteo vuole darci qualche impegno particolare. Questo impegno particolare si gioca la fiducia. In pratica Dio si fida e l'uomo?
L'uomo di oggi, al di la del ruolo che occupa non pone fiducia si presenta come un'isola felice, dove nessuno può entrare e se per caso da lui si riceve un dono, per un torto si vuole che si restituisca (i talk shows televisivi ne sono testimoni).
Non è così per Dio. Dio si fida fino in fondo, Dio si fida nonostante i nostri sbagli nonostante la nostra miseria e ci affida il suo patrimonio (talenti): l'amore.
E' l'amore che ogni volta che Dio parla, ci convoca, ci consegna perché possa fruttificare in noi e attraverso di noi, per la crescita del regno.
San Giovanni della Croce ci invita ad avere una continua fiducia in Dio, stimando in noi e in tutti quello che più stima il Signore: i beni dello Spirito.
Questo lo dobbiamo fare con rispetto valutando bene le nostre capacità e mettendo da parte la famosa frase "non sono capace". E' l'amore del Signore che ci rende capaci che continuamente ci promuove chiamandoci ad essere "buoni amministratori della sua grazia multiforme" (cf 1Pt 4,10).
Ancora oggi per vivere questa Parola domenicale, per vivere i talenti donati da Dio non bisogna essere paurosi (mi capita discutere con cristiani paurosi), ci vuole il coraggio.
Il coraggio ci fa mettere sempre in gioco e non ostacola l'eventuale cambiamento, non ostacola il soffio dello Spirito. Il coraggio ci fa rischiare la propria esistenza sui valori che il Vangelo ci offre, ci farà essere dei buoni amministratori dei talenti in altre parole, testimoni di Dio.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!



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* foto di Don Mauro Manzoni