sabato 14 aprile 2012

II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO B)


Otto giorni 
dopo venne Gesù

At 4,32-35

Sal 117

1Gv 5,1-6

Gv 20,19-31 




PER LA VITA
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; 
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

PER LA LETTURA SPIRITUALE
La Santità vostra sa bene, come noi, che il Medico della nostra salvezza è il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo; egli ha preso la debolezza della nostra natura affinché la nostra debolezza non fosse eterna. Ha preso infatti il corpo mortale mediante il quale uccidere la morte. Egli fu bensì crocifisso a causa della nostra debolezza - come dice l'Apostolo - ora però vive per la potenza di Dio. Il medesimo Apostolo dice: Ora non muore più, la morte non avrà mai più potere su di lui. Queste verità sono dunque ben note alla vostra fede. Per conseguenza dobbiamo sapere nello stesso tempo che tutti i miracoli da lui compiuti nella sfera della natura fisica servono per esortarci a ottenere da lui ciò che non è transitorio e non avrà mai fine. Ridonò ai ciechi gli occhi che la morte un giorno avrebbe certamente chiusi; risuscitò Lazzaro, destinato a morire di nuovo. Tutte le guarigioni ch'egli compì per la salute del corpo non le compì affinché fosse eterna, anche se tuttavia darà alla fine la salute eterna anche allo stesso corpo. Ma poiché non si credeva alle realtà che non si vedevano, mediante questi miracoli temporali confermava la fede nelle realtà che non si vedevano.
Nessuno pertanto, fratelli, dica che nostro Signore Gesù Cristo adesso non compie siffatti miracoli e che perciò preferisce i primi tempi della Chiesa a quelli attuali. Poiché in un passo lo stesso Signore stima superiori a quelli che vedono, e quindi credono, coloro che pur non vedendo credono. In effetti a quel tempo la fede dei discepoli del Cristo era talmente vacillante che, pur vedendolo già risorto, per credere alla sua risurrezione, ritennero necessario anche di toccarlo. Non bastava che lo vedessero con gli occhi se non avessero accostato anche le mani alle sue membra e non avessero toccato anche le cicatrici delle ferite recenti; in tal modo il discepolo che dubitava, dopo aver toccato e riconosciuto le cicatrici, subito esclamò: Signore mio e Dio mio! Le cicatrici rendevano manifesto Colui che aveva guarito in altri tutte le ferite. Il Signore non poteva forse risorgere senza cicatrici? Sì, ma egli conosceva le ferite nel cuore dei discepoli, e al fine di guarirle egli aveva conservato le cicatrici nel suo corpo. E che rispose il Signore al discepolo che ormai dichiarava ed esclamava: Mio Signore e mio Dio? Tu hai creduto - disse - perché hai visto: beati quelli che credono senza vedere. Di chi parlava, fratelli, se non di noi? Non di noi soli, ma anche dei nostri posteri. In effetti, poco tempo dopo che si allontanò dagli occhi mortali perché fosse rafforzata la fede nei cuori, tutti quelli che han creduto lo hanno fatto senza vedere e la loro fede ha avuto un gran merito; per avere questa fede accostarono solo il cuore pieno di religioso rispetto verso Dio, ma non anche la mano per toccare.
 
(SANT'AGOSTINO, Discorso 88, 1-2).


* foto di Don Mauro Manzoni