sabato 6 ottobre 2012

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

La Liturgia della Parola di questa domenica ruota attorno all'indissolubilità del matrimonio. Il messaggio è rivolto a tutti e non solo ai discepoli. 
Se osserviamo il Vangelo la Liturgia ha omesso il versetto 1, ove vi troviamo una folla radunata attorno a Gesù per ascoltare i suoi insegnamenti e non soltanto alcuni. 
Il cammino è verso Gerusalemme, verso la passione e morte di Gesù. Tutti gli insegnamenti che farà Gesù durante questo percorso sono tra i motivi di ostilità che metteranno a morte Gesù. La sacralità del matrimonio è tra questi.
Oggi parlare di matrimonio non è una cosa facile (al di la dell'aspetto economico importante anch'esso per una vita insieme). La società è presa da varie situazioni in merito: divorzio, irresponsabilità, convivenza e quanto può definirsi fallimento di coppia!
La prima lettura ripresa da Gesù stesso ci conduce dentro la sacralità del matrimonio: i due sono dei chiamati ad essere una carne sola in "un vincolo sacro e inviolabile" (Pio XI). Tutto ciò che è contrario a questa sacralità, non è ammesso per un discepolo di Cristo Gesù e per quanti lo seguono. Dio tesse relazioni e non separazioni!
A questo fallimento dovrebbe far seguito un perché. 
La sacralità si dimentica facilmente, perché quello che esteriormente si è scelto rimane tale: arte, abito, locale, denaro. Però l'esperienza dell'amore vissuto secondo quanto insegna Gesù non ha a che fare con l'esteriorità ma con l'interiorità. Infatti, riconduce sempre a Lui e in particolare, nei momenti difficili, che ne diventa custodia perché trasformi ogni nostra debolezza in amore.
Il nostro pensare, purtroppo, spesso rimane un soliloquio e si rimane incapaci di restare fedeli agli impegni assunti.
Anche nella vita di coppia ci devono essere quegli elementi essenziali della vita interiore, come la preghiera.
La preghiera è quel rimettere ogni momento al dito del proprio sposo e della propria sposa, quell'impegno assunto con la benedizione del Signore. E' il segno forte della fedeltà d'amore, perché voluta da Dio, che continua il suo matrimonio con l'umanità. E' un continuare ad essere un cuor solo e un'anima sola!
Il brano del Vangelo termina con la presenza dei bambini portati a Gesù. Che vuol dire? Generalmente viene sempre indicata la purezza e semplicità del bambino.
Possiamo anche posare lo sguardo verso una benedizione di Dio: i figli. I figli sono quel frutto d'amore fedele che due sposi portano avanti nel loro progetto di vita. Metterli qui ricordando le problematiche del matrimonio, quasi quasi richiamano a rivedere meglio la nostra vita o ci vanno di mezzo i figli.
Un'altro senso che possiamo dare a questa presenza dei bambini è il porre attenzione al progetto d'amore scelto e condiviso, che continua a spogliarci del proprio io per prepararci all'unione finale con Dio amore, perché il frutto dell'amore apre le porte verso l'eternità.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!


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