sabato 1 dicembre 2012

I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Iniziamo un nuovo anno liturgico. E' l'Anno C. E' l'anno dell'Evangelista Luca, il grande investigatore della Buona Novella. 
Luca è colui che ci ha dipinto la fisionomia di Gesù e il biografo della madre Maria. E' l'evangelista del Natale del Signore! Quest'anno l'avvento lo iniziamo con lui.
Il Vangelo di questa domenica è un vangelo cosmico e l'evangelista ce lo dipinge come una catastrofe. Ma il messaggio non riguarda una catastrofe. Infatti si presenta in due blocchi, quasi ad indicarci il fine e come viverlo.
Il linguaggio è un classico apocalittico, cioè quel linguaggio che cerca di raschiare il velato e renderlo comprensibile. Noi non siamo abituati a questo linguaggio e facilmente, visto approssimarsi del 21 dicembre, pensiamo subito al calendario Maya. Ma a Gesù Cristo chi ci pensa?
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che «Ignoriamo il tempo e il modo in cui avranno fine la terra e l’umanità, e non sappiamo il modo in cui sarà trasformato l’universo. Passa certamente l’aspetto di questo mondo, deformato dal peccato. Sappiamo però dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salagono dal cuore degli uomini» (Gaudium et Spes, 39) [CCC 1048].
Il nostro guardare il cosmo è guardare la creazione. Guardare la creazione è volgere lo sguardo verso il Creatore. La parola attendere indica proprio questo tendere verso qualcosa o qualcuno.
C'è quindi un movimento, ma tutta la Parola di Dio è in movimento e non soltanto un brano che ci narra gli eventi futuri (escatologici). 
Gesù si trova a Gerusalemme e per lui si avvicina la passione. I Vangeli Sinottici fanno precedere il racconto della passione, morte e risurrezione con un discorso escatologico. Eventi da leggere alla luce della Pasqua.
In questo periodo il superstizioso è preoccupato di fuggire. Ma fugge solo chi ha paura. Il tempo forte dell'avvento non è uno spazio per fuggire. E' il tempo dell'attesa. Il tempo della nascita.
In questo tempo dobbiamo un po' esercitarci ad attendere e volgere lo sguardo verso Cristo: orientarci verso l'incontro definitivo con Lui.
L’Avvento non è dunque solo la preparazione al Natale, anche se il consumismo lo legge così: sarebbe riduttivo se fosse così e ci orienterebbe in una direzione sbagliata. Il problema del Natale e dell’Avvento è di saper leggere il senso della storia, cioè dove la storia va a finire, coglierne il compimento e la piena realizzazione. Questo l’Avvento ci vuole invitare a meditare. Cogliere il senso della storia vuol dire cogliere il senso del presente; sapere qual è il traguardo ci serve per conoscere la direzione da intraprendere “oggi”. A Luca interessa l’oggi. Il futuro interessa in quanto capace di orientare il presente.
La preghiera di cui si parla alla fine e che forse passerà inosservata questa parte, è importante perché rinsalda i cuori, fà esclamare meglio: "A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido". La venuta del Figlio dell’uomo non è qualcosa di tremendo. È il compimento di ogni desiderio: l'incontro con il Signore. Per questo Paolo scrive che «vivere è Cristo e il morire un guadagno» ed è combattuto dal desiderio di «essere sciolto dal corpo per essere con Cristo» (Fil 1,21-24). La vita continua nonostante che il clima con le sue conseguenze è diverso. Il Vangelo è sempre attuale e mette in guardia contro il pericolo delle quotidiane ciabatte. Bisogna restare vigili, in preghiera, e chiedere forza, perché ogni affanno terreno smussa i cuori, distrae il pensiero e impedisce di vivere, senza angoscia né sorpresa, l’attesa gioiosa del Signore che è misericordia e vita nuova. 
Preghiamo così: Padre Santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell'umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo giudice e salvatore. Amen.



Buona Domenica nel Signore a tutti voi!

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