sabato 18 maggio 2013

DOMENICA DI PENTECOSTE (Anno C)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Per entrare nel clima di questa festa, ultima grande tappa del ciclo pasquale, dobbiamo proiettarci nel mondo ebraico e, in particolare, nelle pagine del Pentateuco. Infatti, la Pentecoste ebraica segue una sua propria evoluzione fino a trovarsi "assorbita" nella persona di Cristo e nel nuovo tempio: la Chiesa.
Originata da un tema agricolo, sarà assunta dal piano di Dio per esprimere il dono della Legge al Sinai, poi dalla Chiesa per esprimere il dono della nuova Legge, per mezzo dello Spirito, in Gerusalemme.
Il Vangelo di questa Domenica, è tratto dal discorso di addio di Gesù ai suoi discepoli, già proposto nella VI domenica di Pasqua. 
Ci troviamo durante l'ultima cena: Gesù saluta i suoi, ma al tempo stesso assicura che non li lascerà soli. La sua presenza continuerà in un modo diverso, ma non meno reale, assicurata da un'altro Consolatore: il Paraclito.
La Pentecoste cristiana richiama a una vita nello Spirito. Vita che non possiamo improvvisare. Per questo lo Spirito pregato da Gesù per tutti noi è maestro di vita interiore, e ci educa alla disciplina dell'amore e di partecipazione piena alla comunione con Dio Padre e con Dio Figlio.
La Pentecoste che celebriamo è tempo dell'amore fino al dono di sè, perché in questa festa vi è racchiusa il "per sempre di Dio" che vogliamo ricordare ogni giorno della vita. L'evangelista Luca, però, ce lo ricorda come momento missionario. Non una effusione di gruppo, non un parlare o cantare in lingua ma l'azione dello Spirito Santo nella nostra vita per proclamare per sempre il Vangelo della misericordia di Dio. E' "piantare un cielo sulla terra" (Papa Francesco).
Preghiamo perché si realizzi!
Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.

Buona Pentecoste a tutti voi!


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