sabato 8 giugno 2013

X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il tema che ci accompagna in questa domenica, è quello della compassione. 
Due cortei ma una sola unicità, un sola compassione, un solo amore.
Gesù è in viaggio e passa dalla nostra vita, passa dalla nostra esistenza priva di vita. Incontra una madre che ha perso il suo bene prezioso: il figlio.
Non possiamo mai capire il dolore di una madre per la perdita di un figlio. E' un dolore ingiusto, senza senso. Una interruzione brusca: si disperde la capacità generativa, la fecondità del genitore.  
Nella donna c'è una sofferenza che non trova appoggio, se non in quel carro verso la tomba.
Nel vangelo non troviamo risposta a tutte quelle storie di morte che conosciamo, mostra solo Gesù che piange insieme alla donna (nel brano odierno).
Dio si commuove dinanzi a questa sofferenza, si muove a compassione, usa parole giuste perché la speranza torni a fiorire, usa parole giuste perché vale la pena vivere, dare senso alla vita.
Infatti, "La compassione cristiana non ha niente a che vedere col pietismo, con l'assistenzialismo. Piuttosto, è sinonimo di solidarietà e di condivisione, ed è animata dalla speranza" (Papa Benedetto XVI).
Il Vangelo odierno insegna a farsi prossimo. La parabola del buon samaritano specifica chi è il prossimo: chi si avvicina al dolore altrui, se lo carica sulle spalle, cerca di consolarlo, alleviarlo, guarirlo se possibile.
Gesù piange insieme alla donna, si fa vicino al suo dolore. Non si accontenta di asciugargli le lacrime, la consola liberandola dal dolore.
Non è facile liberare una madre dal dolore, forse nel momento in cui starà cercando, presso Dio, un perché.
Quello della donna non è una preghiera ma un gemito. Dio non ascolta la preghiera ma il gemito della donna e si accosta a lei e al ragazzo.
Tre cose fa Gesù: si accosta, tocca, parla. Tre gesti che ridonano vita, speranza, risurrezione. Tre gesti che restituiscono il ragazzo all'amore della madre, a quella relazione d'amore che ci rende vivi.
Oggi più che mai siamo tutti chiamati a portare Cristo nella vita di tutti i giorni per risanarla, per ridare quella speranza perduta, per farla risuscitare.
La reazione delle folle vede qualcosa pieno di umanità, di novità in Dio. 
Anche noi possiamo ripetere quei tre gesti, possiamo la nostra fede per dilatare una nuova umanità... "se ognuno fa qualcosa" (beato Giuseppe Puglisi).

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!

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