sabato 25 gennaio 2014

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)


Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



L'evangelista Matteo, in questa domenica, ci introduce solennemente al ministero pubblico di Gesù: Egli inizia questa sua attività dopo aver saputo che “Giovanni era stato consegnato”. È un’annotazione che va oltre il semplice significato cronologico: è già una prefigurazione della sorte che attende lo stesso Gesù. Per noi, che stiamo ascoltando questa Parola, oggi, vuole indicare concretamente la presenza di Dio nella nostra vita di tutti i giorni, che il Regno di Dio è qui!Il Vangelo riporta anche una seconda annotazione “si ritirò nella Galilea e venne ad abitare a Cafarnao” non vuole indicare una semplice precisione geografica, ma riporta un fatto che costituì uno scandalo per le attese religiose del tempo. Tanto è vero che Matteo sente il bisogno di giustificarlo con il passo del profeta Isaia (8,23-9,1). Il modo di pensare faceva dire che l’annuncio messianico partisse dal cuore del giudaismo: Gerusalemme; invece parte da una regione periferica, generalmente disprezzata e contaminata dal paganesimo, la Galilea dei Gentili (dei pagani) o delle genti. Ma proprio tutto ciò che costituisce una sorpresa, è per Matteo il compimento di un’antica profezia e il segno rivelatore del messianismo di Gesù: un messianismo universale che rompe con decisione ogni forma di particolarismo.
La Galilea delle genti è il luogo odierno dell'accoglienza, della comprensione. Il luogo dove ognuno è capace di saper dare maggiore attenzione all'altro, a chi sta vivendo situazione particolare, difficile della sua esistenza. la galilea delle genti oggi è la chiamata alla carità.
Di conseguenza il vangelo ci mostra una chiamata fisica, di coloro che dovranno vivere la carità, l'amore di chi ha incontrato Cristo.
Nel vangelo Gesù chiama alla sua sequela passando dalla quotidianità della vita. 
Nei vangeli quando parliamo di sequela Christi, abbiamo due ambientazioni: presso il lago di Galilea quella dei primi discepoli; sul monte quella dei dodici. Al primo gruppo appartiene la chiamata delle due coppie di fratelli e Matteo-Levi; al secondo, quella riguardante la chiamata dei Dodici. 
La vocazione, al di la di qualsiasi contesto, è sempre un lasciare qualcosa per seguire Qualcuno. Seguire Cristo, significa accettare che egli divenga veramente l'unico Signore della vita lasciandosi plasmare dalla sua Parola, trasformare la propria esistenza: significa vivere come Lui, costantemente protesto a realizzare nella vita quotidiana il progetto del Padre.
Non tutti forse siamo disposti ad incontrare Cristo, cioé a cambiare mentalità, a lasciare le vecchie abitudini e sicurezze per il regno di Dio. Chi riesce, già cambia mentalità, cambia la vita per aprirla agli angusti orizzonti della terra, del mare, seguendo Gesù, Colui che rende fratelli e pescatori nel segno dell'unità.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!


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