sabato 5 aprile 2014

V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

UQuando Maria vide Gesù si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto».n caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Siamo ormai prossimi alla Settimana Santa, la più grande delle settimane, e la Liturgia odierna si sofferma sulla risurrezione di Lazzaro, ultima Domenica di un cammino battesimale che ha il suo culmine nella Veglia pasquale.
Un narrazione giovannea particolare, questa domenica, che è segno e anticipo della vittoria di Gesù Cristo sul peccato e sulla morte e del suo dono alla pienezza di vita.
Il brano del Vangelo inizia con Gesù che si trova faccia a faccia con l'amicizia e la morte, l'amore e il dolore.
Quante volte, nella nostra vita, ci ritroviamo in queste situazioni così umanamente piene? Quante volte fremiamo, piangiamo, ci commoviamo di fronte alla morte di una persona che amiamo? Anche Gesù lo troviamo in questa situazione e nessun'altra pagina di Vangelo ce lo descrive così.
Il Vangelo però ci invita, per un istante, a superare questo status per poter accogliere le parole di Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?».
Con questa affermazione, Gesù non parla solo di una morte fisica ma spirituale. Non una morte da attendere in un futuro, ma nel presente dove la nostra vita spesso si presenta spenta, immobile. Piena di non senso, di disamore cioè di quella malattia spirituale che fa morire dentro.
Gesù ci libera da questo per una vita capace di superare la morte. Chi crede questo è già risorto in Cristo, attende semplicemente la vita eterna.
Oggi il Signore ci chiama ad uscire dal nostro sepolcro. Un sepolcro che costruito da quelle incertezze della vita. Un sepolcro dove una pietra ci è sempre messa a ridosso, simbolo di un cuore indurito, chiuso nell'abisso del nulla.
Cristo ci invita ad uscire, perché non siamo soli. Lui ci ama.
Nel sepolcro non ci sta solo Lazzaro, ma anche il resto della famiglia, quella famiglia che stenta a credere... quella famiglia che pensa ad una morte "il più tardi possibile"!
Tutti abbiamo bisogno di credere e di amare per poter venire fuori dalle incertezze, dai dubbi, dalla morte.
Dobbiamo smuovere la pietra posta nel nostro sepolcro per far entrare la luce della Pasqua. Fuori dal sepolcro troveremo, insieme a Cristo Risorto, tante altre persone che ci amano. Sono le stesse che ci hanno accompagnato, che hanno pianto, pregato.
E' l'amore che ci accompagna non al sepolcro, non alla sepoltura ma alla vita eterna.
Un bellissimo cantico ci ricorda che "forte come la morte è l'amore è l'amore" (Ct 8,6). Quindi, il vero nemico della morte non è la vita, ma l'amore. La nostra capacità di amare sconfigge la morte, perché risorti con Cristo.
In questa domenica rinnoviamo la nostra fede chiedendo di ritornare ad una fede autentica e come quei "Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui" (v. 45), anche noi riscopriamo quella gioia di essere cristiani e di saperlo annunciare offrendo la speranza della vita eterna.
Buona Domenica nel Signore a tutti voi!
 
 
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