sabato 18 ottobre 2014

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Gesù ai farisei: «Mostratemi la moneta del tributo». «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Siamo alla 29^ Domenica del Tempo Ordinario e il vangelo riprende le fila di un grande discorso contro i farisei e gli erodiani. 
In questa Domenica il tema è sul tributo a Cesare.
Ora più che capire se dare o no il tributo a Cesare la cui risposta appare ovvia la cui riflessione, però, porta ad altro c'è un punto di partenza che si scontra nella realtà: la verità e la menzogna.
Gesù nel vangelo viene descritto come il portatore della verità. Siamo convinti di questo?
Nel brano di oggi, al v. 16, non appare questa convinzione ma la maschera dell'ipocrisia, perché è una cattiva imitazione e in questo caso di accogliere Cristo nella propria vita. Senza dimenticare la realtà cui viene circondata. Kierkegaard sostiene che “L’ipocrita si sforza in continuazione di sembrare buono pur essendo cattivo”.
Anche nel vangelo i farisei e gli erodiani appaiono vicini a Gesù ma sono lontani dalla verità, vivono il mondo della menzogna e qui non stanno facendo altro che costruire una trappola mortale. Del resto l'ipocrisia è una maschera letale per sè e per gli altri.
Gesù, nel vangelo di Giovanni, dice di se stesso di essere "la via, la verità e la vita" (Gv 14,6). Quanti la seguiamo?
Sant’Agostino ci ricorda: "era necessario che Gesù dicesse: «Io sono la via, la verità e la vita», perché, una volta conosciuta la via, restava da conoscere la meta. La via conduceva alla verità, conduceva alla vita ... E noi dove andiamo, se non a Lui? e per quale via camminiamo, se non attraverso di Lui?" (Commento al Vangelo di Giovanni).
Qui ritorna il pensiero della moneta del tributo dove spicca una immagine, sì dell'imperatore, "ma l’uomo, ogni uomo, porta in sé un’altra immagine, quella di Dio, e pertanto è a Lui, e a Lui solo, che ognuno è debitore della propria esistenza" (Benedetto XVI).
In questa domenica dobbiamo soffermarci a riflettere su questo. Non possiamo passare oltre. Siamo chiamati a capire da quale parte vogliamo stare: se vivere alla luce del vero o nell'oscurità della menzogna. Siamo chiamati a rivedere l'immagine di Dio che è in noi.
Sant'agostino continua a ricordarci: "Se Cesare reclama la propria immagine impressa sulla moneta - afferma -, non esigerà Dio dall’uomo l’immagine divina scolpita in lui?...Come si ridà a Cesare la moneta, così si ridà a Dio l’anima illuminata e impressa dalla luce del suo volto … Cristo infatti abita nell’uomo interiore" (Commento ai Salmi). Parole che ritornano, sì quando celebriamo le esequie di una persona cara, ma sono parole di ogni giorno, perché la vita è ogni giorno e ci sta un diritto di Dio su quanto gli appartiene.
Come cristiani, facciamo cadere quella maschera che opacizza la nostra anima, la imprigiona e ci rende infelici. Lasciamo che Dio sia Dio nella nostra vita e camminiamo con Cristo Gesù, per far conoscere agli altri la bellezza del Vangelo che dona la vita.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!


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immagine, fonte: http://la-domenica.it/xxix-domenica-del-tempo-ordinario-/-a/