mercoledì 6 gennaio 2016

Feria propria del 7 Gennaio

Il regno dei cieli è vicino.
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Parola del Signore


Finita l'Epifania anche le feste di Natale son terminate. Gli studenti rientrano a scuola. Qualcuno riparte (auto, treno, nave, aereo) per riprendere il lavoro, altri ritornano alla solita routine però, il Vangelo odierno vuole ancora evidenziare Cristo luce dell'umanità attraverso una profezia fatta dal profeta Isaia (Is 9,1).
Il Vangelo presenta l'umanità trafitta dalle tenebre e dall'ombra di morte. Presenta una umanità ancora lontana da Gesù, una umanità che ancora non ha accolto la Luce divina.
Ovviamente l'evangelista Matteo ha cura di descrivere quale popolo è in queste condizioni. Ma il "territorio" di cui parla è il territorio del nostro cuore visto sotto forma di egoismo, di consumismo, di rifiuto dell'altro, di sfruttamento, di discriminazione, di falsità. Per questo Gesù invita alla conversione.
La conversione, una parola che sentiremo particolarmente in Quaresima. Però oggi più che mai abbiamo bisogno di cambiare mentalità, abitudine, senza aspettare la Quaresima. C'è bisogno in questo anno della Misericordia di essere "un popolo ben disposto" (Lc 1,17; cfr. Sal 108). Essere ben disposti significa stare in stato permanente di conversione, per ricominciare sempre, nonostante le cadute, sotto lo sguardo di Dio.
Ogni giorno è una opportunità perché la Luce divina entri nella nostra vita, guarisca il nostro cuore e ogni nostra infermità e continuare a camminare con Gesù nel cuore.