giovedì 16 maggio 2019

V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

USCIRE PER AMARE

Ritorniamo al Cenacolo, ritorniamo sul luogo in cui Cristo esplicita il suo amore, il suo essere in mezzo a noi: il luogo in cui si esce, non per tradire così come fece Giuda ma per amare, tutti, senza distinzione. 
Proprio questa domenica, la Liturgia ci presenta un brano evangelico che rientra nei discorsi di addio di Gesù: l'inizio della passione e morte di Gesù, l'inizio dell'amore. Anzi possiamo aggiungere, che tutta la Liturgia della Parola è permeata da questo filo conduttore che è l'amore. Ebbene, questa domenica troviamo le indicazioni per amare. Queste indicazioni  ce le fornisce Gesù stesso con il suo testamento spirituale, un testamento che secondo l'evangelista Giovanni, è intessuto di gloria e coronato dalla Croce.
In questo testamento è racchiuso l'amore di Gesù che supera ogni barriera, che supera il luogo della menzogna, il luogo delle tenebre, solo perché l'amore è gloria. Allora troviamo la novità: «Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri». 
Il comandamento è nuovo, nuovo non perché aggiunto ma per qualità, per scelta personale: io scelgo di essere nuovo perché voglio vivere della novità dello Spirito che è amare e l'amore è sempre nuovo.
Amare... una parola forse abusata perché non se ne comprende il senso profondo, perché la confondiamo con l'emozione, l'elemosina, la solidarietà eppure è una parola che ribalta tutto.
Nell'amare, dice Gesù, vi è l'altro; noi non siamo altro che servitori dell'amore. Per capire ed amare l'altro bisogna imparare ad uscire da se stessi e guardare l'altro con gli occhi di Dio, perché questo amore è esigente in quanto è reciproco.
Questa reciprocità non ha limite e apre il suo orizzonte a tutti: singoli, sposi, famiglia, coppia. Ci sta un servizio dell'amore reciproco come se i due fossero maestri l'uno dell'altro. 
Essere maestro non significa "io sono l'esperto, tu no", questa si chiama superbia. Essere maestro nell'amore significa, secondo un'espressione di san Vincenzo de Paoli, vedere l'altro come "il mio signore" e donarsi come Gesù si è donato perché tutti, per vivere bene, abbiamo bisogno di molto amore.
Invochiamo lo Spirito dell'amore perché ci aiuti ad assumere lo stile creativo di Gesù. Questa creatività è nuova nella misura in cui riesco a vivere il comando di Gesù e lì ci riconosceranno come discepoli del Signore Gesù. Questo ci permetterà di giungere alla pienezza della  nostra vita, e alla realizzazione della nostra dignità di uomini e Figli di Dio.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!





immagine: https://gesudinazaret.blogspot.com