USCIRE PER AMARE
Ritorniamo al Cenacolo, ritorniamo sul
luogo in cui Cristo esplicita il suo amore, il suo essere in mezzo a noi: il
luogo in cui si esce, non per tradire così come fece Giuda ma per amare, tutti,
senza distinzione.
Proprio questa domenica, la Liturgia ci
presenta un brano evangelico che rientra nei discorsi di addio di Gesù:
l'inizio della passione e morte di Gesù, l'inizio dell'amore. Anzi possiamo
aggiungere, che tutta la Liturgia della Parola è permeata da questo filo
conduttore che è l'amore. Ebbene, questa domenica troviamo le indicazioni per
amare. Queste indicazioni ce le fornisce Gesù stesso con il suo
testamento spirituale, un testamento che secondo l'evangelista Giovanni, è
intessuto di gloria e coronato dalla Croce.
In questo testamento è racchiuso l'amore
di Gesù che supera ogni barriera, che supera il luogo della menzogna, il luogo
delle tenebre, solo perché l'amore è gloria. Allora troviamo la
novità: «Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri».
Il comandamento è nuovo, nuovo non perché
aggiunto ma per qualità, per scelta personale: io scelgo di essere nuovo perché
voglio vivere della novità dello Spirito che è amare e l'amore è sempre nuovo.
Amare... una parola forse abusata perché
non se ne comprende il senso profondo, perché la confondiamo con l'emozione,
l'elemosina, la solidarietà eppure è una parola che ribalta tutto.
Nell'amare, dice Gesù, vi è l'altro; noi
non siamo altro che servitori dell'amore. Per capire ed amare l'altro bisogna
imparare ad uscire da se stessi e guardare l'altro con gli occhi di Dio,
perché questo amore è esigente in quanto è reciproco.
Questa reciprocità non ha limite e apre il
suo orizzonte a tutti: singoli, sposi, famiglia, coppia. Ci sta un
servizio dell'amore reciproco come se i due fossero maestri l'uno
dell'altro.
Essere maestro non significa "io sono
l'esperto, tu no", questa si chiama superbia. Essere maestro nell'amore
significa, secondo un'espressione di san Vincenzo de Paoli, vedere l'altro come
"il mio signore" e donarsi come Gesù si è donato perché tutti, per
vivere bene, abbiamo bisogno di molto amore.
Invochiamo lo Spirito dell'amore perché ci
aiuti ad assumere lo stile creativo di Gesù. Questa creatività è nuova nella
misura in cui riesco a vivere il comando di Gesù e lì ci riconosceranno come
discepoli del Signore Gesù. Questo ci permetterà di giungere alla pienezza
della nostra vita, e alla realizzazione della nostra dignità di
uomini e Figli di Dio.
Buona Domenica nel Signore a tutti voi!
immagine: https://gesudinazaret.blogspot.com