lunedì 12 maggio 2008

FISSA IL TUO SGUARDO SU GESU'!

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

E' facile pensare a quanto dobbiamo assolvere nella vita di tutti i giorni, e mi sembra giusto che sia così. Ma spesso le nostre preoccupazioni sono solo materiali... si pensa solo a quello. Quante volte capita sentirmi dire che non ho preoccupazioni. E' vero, in realtà non ho la stessa preoccupazione dell'altro anzi, nessuno di noi ha la stessa preoccupazione dell'altro anche se prima o poi ognuno in qualche maniera, ripete l'esperienza dell'altro.
Anche nel Vangelo succede qualcosa del genere (vedi Mc 8,14-21). I discepoli sono presi dalla mancanza di cibo e Gesù pensa a tutt'altro.
Gesù mette in guardia i discepoli dal ripiegarsi sulla propria visuale, che diventa una falsa linea d’azione. Se vogliamo applicare alla nostra vita questo passo, dobbiamo correggere questo strabismo che spesso anche noi abbiamo: non possiamo vivere con un occhio a Gesù e con l’altro occhio inseguire i nostri piccoli problemi. La nostra vita deve essere orientata e fissata in Cristo Gesù, avere orecchie per lui, cuore aperto su di lui: contemplare e comprendere il suo agire, per poi incarnarlo nella vita di ogni giorno.
Capire Gesù rimane difficile. Sarà Gesù stesso a far capire la strada da intraprendere. Tuttavia Gesù, da buon pedagogo, darà loro ancora un segnale più evidente attraverso il modo di intervento per guarire il cieco. Infatti, pur non avendo bisogno di toccare né una volta né due volte gli occhi del cieco, in questo episodio, Cristo rappresenta in maniera chiara le due fasi di conversione che i discepoli devono attraversare, prima di giungere ad una piena conformazione alla vita del Maestro.
Anche loro, come tutti, hanno bisogno di passare da una fase iniziale ad una successiva. Dapprima, allora, vedranno il mistero del Regno, in modo confuso, incerto. Poi distingueranno, maggiormente illuminata, la realtà del Cristo. Le loro orecchie si apriranno alla sua parola e i loro occhi vedranno, senza veli, ciò che il Messia è venuto ad annunciare. Anche noi, spesso, di fronte al mistero di Dio, che si manifesta attraverso gli eventi della nostra vita, siamo in stato confusionale, ne percepiamo le ambiguità, i controsensi. Ci è difficile cogliere la luce della speranza, scorgere lo sguardo di tenerezza di un Dio vicino.
Impariamo a contemplarLo ed eviteremo l’errore di chiuderci sulle nostre preoccupazioni o, peggio, di giudicare il suo agire in base alla nostra visuale, e impareremo ad avere i suoi occhi per contemplare come Lui contempla.
Apriamoci allora alla sua Parola, soprattutto là dove ci comanda di amare il fratello, ogni fratello: sarà il modo migliore di distogliere il pensiero da noi e di avere per essi “occhi che vedono, orecchie che sentono, cuore che batte” come i Suoi occhi, le Sue orecchie, il Suo cuore.
Preghiamo lo Spirito Santo, perché ci aiuti a realizzare gli stessi "sentimenti di Cristo Gesù".