UN TUFFO NELL'AMORE
Celebriamo la Solennità della Santissima Trinità, il mistero principale della nostra fede, alfa e omega di ogni itinerario vocazionale. Celebriamo un mistero non solamente difficile da capire ma difficile da attuare nella nostra vita. Noi crediamo in un solo Dio ma in tre Persone: il Padre, che sempre prego con il Padre Nostro; c’è il Figlio, che mi ha dato la redenzione, la giustificazione; c’è lo Spirito Santo, che abita in noi e abita la Chiesa. Questo è il mistero trinitario che parla al nostro cuore perché «Dio è amore» (1Gv 4,16). Il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito Santo è amore.
Nonostante che pensiamo quanto sia difficile il mistero trinitario da attuare nella nostra vita, dobbiamo ricrederci, perché ogni qualvolta che ci tracciamo col segno della croce – e tanti di noi lo fanno: prima di mangiare, prima di lavorare, prima di viaggiare, prima di coricarci, quando ci alziamo dal letto – con questo bellissimo gesto noi celebriamo il ricordo della Santissima Trinità in noi e nella nostra vita, ricordandoci che noi apparteniamo al loro amore e a Loro ci affidiamo. Nello stesso tempo, facendo il segno della Croce, noi ci lasciamo abbracciare da Dio amore, lasciamo che Dio abbracci la nostra vita come se fosse la sua. Facendo il segno della croce noi ricordiamo la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, che si è attuata passando proprio per la croce. E tutto questo ci introduce al cuore del mistero di Dio e al cuore stesso della nostra vita.
Questa Solennità è in continuità con quella di domenica scorsa. Infatti, il Vangelo odierno è tratto dal lungo discorso di Gesù ai discepoli, alla vigilia della sua passione. Egli promette a quanti credono in Lui lo Spirito Santo che chiama Spirito di verità, perché «prende» quel che Gesù ha detto e ne illumina il senso: lungo i nostri giorni di vita, dentro quella storia umana in cui a poco a poco «le cose future» diventano presenti. È dunque lo Spirito Santo che ci aiuta ogni giorno a capire meglio la verità di noi stessi, la verità di Dio amore, la verità del nostro renderci responsabili del bene nostro e altrui, solidarizzando con gli altri. Come?
L'Evangelista ci presenta una profonda intimità tra Gesù, il Padre e lo Spirito Santo che ci fa cogliere in movimento, lo stesso movimento che viene trasmesso ai discepoli, a ciascuno di noi. La solennità odierna, infatti, celebra un Dio che è comunione, relazione, famiglia: un Dio che ama l’uomo fino al punto da introdurlo nella sua stessa vita. Dio, infatti, non è un’entità di solitudine ma una realtà dinamica, viva e relazionale. Ecco perché Gesù ci chiama amici ed è proprio in quest’intimità amicale che promette il dono dello Spirito Santo il quale accompagnerà, quanti lo desiderano, nell'accogliere il mistero della sua Persona che è mistero di amore e di comunione. Del resto, pensiamoci un attimo: siamo nati ad immagine e somiglianza della Santissima Trinità. Ciò significa che in noi ci sta quel DNA divino che è la nostra identità più profonda. Però ricordiamoci, che per vivere questo mistero di fede o dogma, abbiamo bisogno dello Spirito Santo perché ci aiuti a valicare nuove frontiere, a praticare nuove strade.
Quindi, accogliere il mistero della sua Persona significa fare esperienza di piena comunione con Dio in una continua e permanente sapienza del vivere. Anche nel Vangelo, i discepoli sono invitati a fare questa esperienza di piena comunione, intima, profonda, con Dio. Ma attenzione! Dio non è merce di scambio. Con Dio non ci sta il do ut des. L'impegno alla fedeltà non è scambio, acquisto o risposta ai nostri sacrifici, ma solo Amore riversato nei nostri cuori... gratuitamente. Ogni volta che vivremo questo o realizzeremo una minima parte di questo amore, noi facciamo esperienza della Santissima Trinità.
La carmelitana santa Elisabetta della Trinità imparò la lezione dell'amore ai «Tre» e insieme le leggi della corrispondenza a tale amore, attraverso il silenzio e il raccoglimento, la contemplazione illuminata del mistero Trinitario, la docilità generosa alle minime ispirazioni, la fedeltà incondizionata alla volontà di Dio nella sua vocazione carmelitana, questi aspetti la formarono ad una vita di dedizione che in breve raggiunse l'alta perfezione di questo meraviglioso mistero di amore e di luce da cui proveniamo e a cui è orientato il nostro cammino terreno.
Impariamo allora a crescere a immagine della Trinità. Volgiamo lo sguardo verso Lui per imparare a tessere relazioni, a rispettare le diversità, a superare le difficoltà a cui ogni giorno andiamo.
Lasciamoci guidare dall'Amore, lasciamoci inondare dallo Spirito perché ci conduca alla Verità di Dio.
Tuffiamoci in quel “movimento” eterno d’amore divino, lasciamoci amare, sappiamoci amati per scegliere di amare anche se costa fatica.
Ci aiuti e ci sostenga in questo cammino di pienezza dell’Amore la Vergine Maria, Madre del bell’Amore.
Buona festa della Santissima Trinità a tutti voi!