giovedì 12 giugno 2025

SANTISSIMA TRINITA' (ANNO C)

UN TUFFO NELL'AMORE


Celebriamo la Solennità della Santissima Trinità, il mistero principale della nostra fede, alfa e omega di ogni itinerario vocazionale. Celebriamo un mistero non solamente difficile da capire ma difficile da attuare nella nostra vita. Noi crediamo in un solo Dio ma in tre Persone: il Padre, che sempre prego con il Padre Nostro; c’è il Figlio, che mi ha dato la redenzione, la giustificazione; c’è lo Spirito Santo, che abita in noi e abita la Chiesa. Questo è il mistero trinitario che parla al nostro cuore perché «Dio è amore» (1Gv 4,16). Il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito Santo è amore.  
Nonostante che pensiamo quanto sia difficile il mistero trinitario da attuare nella nostra vita, dobbiamo ricrederci, perché ogni qualvolta che ci tracciamo col segno della croce – e tanti di noi lo fanno: prima di mangiare, prima di lavorare, prima di viaggiare, prima di coricarci, quando ci alziamo dal letto – con questo bellissimo gesto noi celebriamo il ricordo della Santissima Trinità in noi e nella nostra vita, ricordandoci che noi apparteniamo al loro amore e a Loro ci affidiamo. Nello stesso tempo, facendo il segno della Croce, noi ci lasciamo abbracciare da Dio amore, lasciamo che Dio abbracci la nostra vita come se fosse la sua. Facendo il segno della croce noi ricordiamo la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, che si è attuata passando proprio per la croce. E tutto questo ci introduce al cuore del mistero di Dio e al cuore stesso della nostra vita.
Questa Solennità è in continuità con quella di domenica scorsa. Infatti, il Vangelo odierno è tratto dal lungo discorso di Gesù ai discepoli, alla vigilia della sua passione. Egli promette a quanti credono in Lui lo Spirito Santo che chiama Spirito di verità, perché «prende» quel che Gesù ha detto e ne illumina il senso: lungo i nostri giorni di vita, dentro quella storia umana in cui a poco a poco «le cose future» diventano presenti. È dunque lo Spirito Santo che ci aiuta ogni giorno a capire meglio la verità di noi stessi, la verità di Dio amore, la verità del nostro renderci responsabili del bene nostro e altrui, solidarizzando con gli altri. Come?
L'Evangelista ci presenta una profonda intimità tra Gesù, il Padre e lo Spirito Santo che ci fa cogliere in movimento, lo stesso movimento che viene trasmesso ai discepoli, a ciascuno di noi. La solennità odierna, infatti, celebra un Dio che è comunione, relazione, famiglia: un Dio che ama l’uomo fino al punto da introdurlo nella sua stessa vita. Dio, infatti, non è un’entità di solitudine ma una realtà dinamica, viva e relazionale. Ecco perché Gesù ci chiama amici ed è proprio in quest’intimità amicale che promette il dono dello Spirito Santo il quale accompagnerà, quanti lo desiderano, nell'accogliere il mistero della sua Persona che è mistero di amore e di comunione. Del resto, pensiamoci un attimo: siamo nati ad immagine e somiglianza della Santissima Trinità. Ciò significa che in noi ci sta quel DNA divino che è la nostra identità più profonda. Però ricordiamoci, che per vivere questo mistero di fede o dogma, abbiamo bisogno dello Spirito Santo perché ci aiuti a valicare nuove frontiere, a praticare nuove strade.
Quindi, accogliere il mistero della sua Persona significa fare esperienza di piena comunione con Dio in una continua e permanente sapienza del vivere. Anche nel Vangelo, i discepoli sono invitati a fare questa esperienza di piena comunione, intima, profonda, con Dio. Ma attenzione! Dio non è merce di scambio. Con Dio non ci sta il do ut des. L'impegno alla fedeltà non è scambio, acquisto o risposta ai nostri sacrifici, ma solo Amore riversato nei nostri cuori... gratuitamente. Ogni volta che vivremo questo o realizzeremo una minima parte di questo amore, noi facciamo esperienza della Santissima Trinità.
La carmelitana santa Elisabetta della Trinità imparò la lezione dell'amore ai «Tre» e insieme le leggi della corrispondenza a tale amore, attraverso il silenzio e il raccoglimento, la contemplazione illuminata del mistero Trinitario, la docilità generosa alle minime ispirazioni, la fedeltà incondizionata alla volontà di Dio nella sua vocazione carmelitana, questi aspetti la formarono ad una vita di dedizione che in breve raggiunse l'alta perfezione di questo meraviglioso mistero di amore e di luce da cui proveniamo e a cui è orientato il nostro cammino terreno.
Impariamo allora a crescere a immagine della Trinità. Volgiamo lo sguardo verso Lui per imparare a tessere relazioni, a rispettare le diversità, a superare le difficoltà a cui ogni giorno andiamo.
Lasciamoci guidare dall'Amore, lasciamoci inondare dallo Spirito perché ci conduca alla Verità di Dio.
Tuffiamoci in quel “movimento” eterno d’amore divino, lasciamoci amare, sappiamoci amati per scegliere di amare anche se costa fatica.
Ci aiuti e ci sostenga in questo cammino di pienezza dell’Amore la Vergine Maria, Madre del bell’Amore.

Buona festa della Santissima Trinità a tutti voi!






 

mercoledì 4 giugno 2025

DOMENICA DI PENTECOSTE - MESSA DEL GIORNO (ANNO C)

RINNOVA SIGNORE I PRODIGI DELLA PENTECOSTE!


Con la solennità di Pentecoste, siamo arrivati all’ultimo giorno del Tempo di Pasqua. Questa festa era legata originariamente al mondo agricolo con la festa del raccolto. Poi per Israele divenne il giorno del dono della Torah. Oggi, per tutti noi, Chiesa di Dio, questa festa vuole esprimere il dono della nuova Legge, scritta non più su tavole di pietra, ma sul nostro cuore, grazie all’azione dello Spirito Santo.
Con questa solennità noi rinnoviamo il dono dello Spirito Santo, lo stesso che abbiamo ricevuto nel giorno del nostro battesimo, lo stesso che riceviamo sempre nella celebrazione dei sacramenti che il Signore ci dona in un continuo ricordo della sua presenza viva in mezzo a noi attraverso la voce dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è il dono di Gesù Risorto: è il suo respiro per ciascuno di noi perché noi potessimo diventare missionari coraggiosi.
Ognuno di noi respira lo Spirito Santo, lo possiede anche se non sempre lo riconosciamo, anche se spesso lo oscuriamo, lo rattristiamo, lo uccidiamo con la nostra ribellione, con il rifiuto del vero amore e della vera vita proveniente da Dio narrataci da Gesù.
Questo noi oggi celebriamo: lo Spirito che ci santifica, che ci valorizza nella nostra quotidianità per poter amare il nostro prossimo.
Pensare a questo dono con delle condizioni ben precise ci fa subito venire alla mente che non si scherza. Alle volte, lo stesso Vangelo lo prendiamo con superficialità e poi continuiamo a vivere da dissoluti come se tutto fosse permesso.
La Liturgia della Parola ci ricorda il mandato che tutti abbiamo ricevuto, non solo quello di essere testimoni, ma soprattutto di come esserlo: vivendo secondo lo Spirito!
Che significa vivere secondo lo Spirito? Non certo fare gli spiritualisti, vivere sradicati dalla realtà, dal nostro quotidiano. Neppure significa “affogare” dentro le realtà contingenti fino a non sapere perché viviamo, dove stiamo andando e quale grande valore può avere ogni momento se viviamo secondo lo Spirito, ossia in conformità al precetto dell'amore.
Lo Spirito Santo è proprio l’amore in persona! È lui che ti abilita ad amare bene, iniziando da te stesso per amare bene Dio, gli altri e ogni creatura. Senza lo Spirito Santo il nostro amore è fragile e malato. Con lo Spirito Santo il nostro amore si purifica, si vivifica, si rinvigorisce e diventa quello di cui abbiamo bisogno per essere autenticamente “persona”, cioè, liberi da individualismo e propensi a incontrare l’altro in profondità, in unità e in piena comunione.
La Parola di Dio ci dice che Dio ci fa un dono da vivere nella vita. Questo dono lo possiamo accogliere solo se ci sta un legame profondo che ognuno di noi instaura con Gesù risorto. Un legame di amore che rispecchia quello preveniente del Padre (Gv 3,16) e del suo Figlio Gesù (Gv 13,34). Un amore totale, trasparente, disinteressato, completamente dedito al bene dell’altro, fino al dono di sè, perché in questa festa vi è racchiuso il "per sempre di Dio" che dobbiamo celebrare ogni giorno della vita. Per questo la solennità di Pentecoste ci richiama a una vita nello Spirito. Vita che non possiamo improvvisare, abbiamo bisogno dello Spirito Santo che è il maestro di vita interiore, con Lui è come un tornare a scuola per essere educati alla disciplina dell'amore e alla partecipazione piena della comunione con Dio Padre e con Dio Figlio.
Non dimentichiamo che nel giorno di Pentecoste era presente la Vergine Maria, «il sì eterno di Dio». Anche Maria fu educata dallo Spirito Santo alla disciplina dell’amore e fu la prima cristiana ad accogliere nella sua vita lo stesso Spirito per essere la Madre di Dio. Noi in questo momento la ricordiamo in preghiera insieme agli Apostoli. Per questo insieme a Maria vogliamo ripetere questa invocazione: «Rinnova, Signore, i prodigi della Pentecoste». Un’invocazione decisiva per ciascuno di noi, per tutta la Chiesa. Chiediamolo dal profondo del cuore, perché si realizzi concretamente.
Come possiamo realizzare questi prodigi? Con la consapevolezza di essere totalmente dipendenti dal Signore; che senza di lui, senza la sua presenza, senza la sua grazia, non possiamo fare nulla, in quanto aridi, sterili e che ogni nostra opera personale o collettiva è destinata al fallimento. Per questo è importante la preghiera in quanto relazione, “rapporto di amicizia con Colui che ci ama” (S. Teresa d’Avila), comunione con Dio. Il tempo che dedicheremo ogni giorno alla preghiera sia davvero il centro e il cuore della nostra vita, della nostra vita personale e della nostra vita comunitaria.
Essere dipendenti dal Signore, questo noi oggi ricordiamo e celebriamo, perché questo è il prodigio della Pentecoste: essere dipendenti dal Signore, la Chiesa infatti è scaturita dalla Pentecoste e viveva tutta nella dipendenza dal Signore.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di ritornare a quella dipendenza per rendere viva la presenza del Signore nella ferialità della vita, perché Dio continui ad essere Dio ovunque, anche nei crocicchi della vita.
Allora invochiamo sinceramente lo Spirito Santo perché ci strappi dalle incertezze della vita e ci converta a Lui, perché si rinnovi il prodigio di una vita animata dalla carità, fervorosa nella missione, gioiosa nella speranza. Renda la nostra vita segno dell’amore di Dio!

Buona domenica di Pentecoste a tutti voi!