giovedì 7 maggio 2009

Venerdì della IV settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il Vangelo odierno ci fa leggere una parte dei discorsi di addio di Gesù (vedi Gv 14,1-6). Gesù aveva preavvisato i suoi discepoli: "ancora per poco sono con voi" (13,33), e con infinita dolcezza si affretta a rassicurarli perché la sua partenza non li getti nell'inquietudine e nello sconforto: "Io vado a prepararvi un posto" (14,2). E poco dopo, annunciando la venuta del Paraclito, aggiunge: "E' bene per voi che io me ne vada" (16,7).
Gesù esorta i discepoli a non lasciare che il cuore sia turbato, li esorta una fede che è piena fiducia nel Padre e li assicura di quel "posto" nel Regno dei cieli che Lui stesso, con la sua morte e resurrezione, ci acquista.
Su questa ferma speranza deve fondarsi anche la nostra fiducia durante il nostro pellegrinaggio terreno. "La redenzione infatti ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente" (Benedetto XVI).
Nel brano troviamo una richiesta dell'Apostolo Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?". Questa domanda di Tommaso è come il trampolino di lancio in mare aperto. È Gesù lo fa riempiendo con la sua luce tutto il senso della fede cristiana: “Io sono la via, la verità, la vita”. E aggiunge: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Con questa affermazione, Gesù ci manifesta che l'esperienza umana in rapporto alla fede, ha la sua "via" da percorrere, ha la "verità", ha la "vita": queste le tre piste su cui vivere e noi possiamo accedere a questa fonte di ogni bene: Dio Padre, per mezzo del suo Figlio Gesù, nostro fratello. È questo suo dichiararsi la strada per avere un contatto filiale col Padre che toglie da noi quell’eccesso di timore (sia pure riverenziale) che c'incute paura e ci tiene lontani da Dio. Quando dice di essere Lui stesso la verità “Dio è AMORE e Gesù stesso afferma che “non c’è amore più grande che dare la vita, noi comprendiamo bene che la verità dell’amore è Lui, il Figlio unigenito. Perché“il Padre ha talmente amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”.
Gesù dunque è la verità dell’amore. E siccome questo amore “è la vita dell’uomo” come ancora ci dice S.Giovanni, il passaggio è naturale: Gesù è la vita. “Sono vennuto perché abbiano la vita e l’abbiano in pienezza”.
Questa certezza di fede, che mai dobbiamo stancarci di visitare con la preghiera, spalanca orizzonti infiniti di speranza. Proprio perché il Cristo è glorificato alla destra del Padre, a noi è dato di incontrarlo nell'interiorità profonda, percependo la sovrabbondanza della grazia: un amore che sussurra promesse d'infinito mentre ci precede lungo le strade polverose della quotidianità rinvigorendo i nostri passi: "io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Nella nostra preghiamo ascoltiamo dentro il nostro cuore le parole di Gesù: "Non sia turbato il nostro cuore"... e lasciamoci trasformare fiduciosi dal Suo amore.