venerdì 31 agosto 2007

QUALE STOLTEZZA NELLA NOSTRA VITA?

Un caro saluto a te che leggi quanto ho scritto!


Quante volte nella nostra vita prevediamo a tutto? Non saprei darvi risposta, ma penso che la Parola di Dio di oggi (vedi Mt 25, 1-13) vuole in qualche modo trovare per noi, la risposta giusta.
Anche quest'oggi abbiamo un richiamo all'attesa, ma con una particolarità: bisogna prepararsi!
In genere quando ci prepariamo ad un evento come il matrimonio, per svariati motivi siamo tutti in agitazione. In questo tran tran può accadere di tutto.
Nella parabola delle vergini savie e stolte che ci viene presentata, si ripete in qualche maniera questo comportamento di vita, che alle volte assumiamo ancora oggi: ci si prepara male, siamo distratti, non prendiamo la "scorta giusta".
C'è un certo movimento tra le savie e le stolte. Quale differenza nelle due categorie di persone? Quello che fa la differenza nel comportamento delle due categorie non è la capacità di veglia (se osservate, tutte si addormentano), ma la scorta di olio.
Penso che sia facile addormentarsi sulle proprie abitudini e sulle proprie sicurezze; è facile lasciarsi sopraffare dal torpore dell'amore per se stessi. Però, se ci fate caso, non c'è nessuna distinzione perché tutte e dieci si addormentano: anche i migliori si lasciano sorprendere dal sonno.
In quelle dieci donne siamo racchiusi tutti noi: rinchiusi in un modo di vivere avaro e sonnolento, senza grandi sogni e ideali: asettico. Siamo persone che vogliono stare tranquilli, non aver noie, problemi, scocciature. Ci angustiamo soprattutto per le nostre cose; ci affanniamo e ci ostiniamo per difendere noi stessi. Questa è la notte di una vita grigia, sempre uguale, senza sprazzi di luci, senza stelle; è la notte di un egoismo diffuso che nasce dal profondo del cuore di ognuno, saggio o stolto non importa. Ed è in questa notte che la Parola (lo Sposo) si rende presente: in questa notte la Parola alza il suo grido.
Cos'è questo grido? E' il grido che sale dalle terre lontane dei paesi poveri, è il grido che viene dai popoli in guerra, è il grido degli anziani soli che invocano compagnia, è il grido dei poveri sempre più numerosi e abbandonati, è il grido di chi sprofonda nell'angoscia; ed è anche il grido del Vangelo di quest'oggi e di sempre. E' il grido che sveglia chiunque, di soprassalto e ancora assonnati.
La parabola ci richiama a far brillare l'olio della nostra fede in Cristo. Il grido ancora oggi si diffonde e ci sarà fin quando non sapremo far brillare la piccola ma indispensabile fiammella della speranza per chi chiede conforto, compagnia, amore, sostegno. Se non si ha nel cuore quel supplemento d'olio, ossia un poco dell'energia che scaturisce dalla Parola di Dio, né risponderemo, né accompagneremo e neppure entreremo in una vita felice perché piena di senso. Né vale andare a comprare l'olio da altre botteghe; non servirebbe, perché arriveremmo in ritardo. Ci sono momenti in cui se manchiamo abbiamo perso, o meglio abbiamo mancato un fratello, una sorella, lasciandoli nella loro tristezza, nella loro disperazione.
Il Vangelo usa ancora per noi una espressione, che al nostro cuore appare brutto: "non vi conosco", parole dette alle vergini stolte che assumono il tono non di castigo, ma di svelamento di un atteggiamento precedente di non amore e perciò di non desiderio: rivela cioè cosa c'è dentro quella dimenticanza d'olio: solo ciò che non occupa il tuo cuore e il tuo desiderio viene dimenticato. E' un verbo forte, se collocato nel linguaggio vetero-testamentario: conoscere è entrare in relazione intima profonda, sponsale. Da questo si è esclusi perché ci si è autoesclusi con un atteggiamento che rivela disamore e indifferenza.
Lasciamoci sorprendere da questo Vangelo che ci rivela il vero volto dell'attesa e del tempo presente. Frequentiamo la casa della Sapienza e cibiamoci del Corpo e Sangue di Cristo. La lampada del Signore è ancora accesa (cfr. 1Sam 3,3), facciamo ardere senza sosta anche la nostra lampada, per assumere i tratti della Sapienza stessa, del volto di Colui che è amiamo e perciò attendiamo. Riveleremo con la nostra vita e le nostre scelte a chi stiamo dando il nostro cuore nella vita di ogni giorno.