domenica 25 novembre 2007

PIENI DI UMILTA' E CARITA' DIVINA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Anzitutto vorrei ricordare, anche se non dappertutto viene celebrato, il martirologio il 26 novembre, ci presenta il beato Giacomo Alberione, fondatore della famiglia Paolina. Lo ricordo, perché noi che navighiamo e scriviamo in internet, lui da lassù ci guardi e ci assista in quest'opera dei mass media.
Chiudiamo questi ultimi giorni, prima dell'avvento e il Vangelo sembra darci un'altra chance prima di ricominciare. E' la delicatezza amorosa di Dio che il Vangelo di oggi (vedi Lc 21,1-4) ci rivela deve riempirci di ammirazione e nello stesso tempo darci un grande incoraggiamento.
Ciascuno di noi è naturalmente portato ad amare gli altri. Ci sentiamo cioè fatti non per odiarci reciprocamente, ma per amarci. Ascoltate come questo fatto viene descritto da S. Basilio: «abbiamo insita in noi, fin dal primo momento in cui siamo stati plasmati, la capacità di amare. E la prova di questo non viene dall’esterno, ciascuno può rendersene conto da sé e dentro di sé. Di ciò che è buono infatti, proviamo naturalmente desiderio».
Guardiamo alla vedova del Vangelo. Lei ama anche se dal suo piccolo si nasconde: che cos'erano i suoi due spiccioli confrontati con le offerte dei ricchi? Questi sì potevano essere orgogliosi: loro davano molto! E Gesù rovescia la situazione: "In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti". Il Signore non vede quello che appare, vede il cuore e sa dove si trova la vera generosità. Questo deve incoraggiarci quando siamo nella stessa situazione.
Intanto incoraggiarci ad essere umili, se abbiamo la possibilità di dare molto; non dobbiamo insuperbirci, perché tutto ci è stato dato da Dio. In secondo luogo essere umili quando possiamo dare poco, quando ci sentiamo poveri, in tutti i sensi: poveri di forza fisica, poveri di capacità in confronto agli altri. In questi casi è difficile essere generosi, perché ci si scoraggia e si è tentati di non fare neppure quel poco: per quel che vale! Il Signore ci dice di fare anche poco, ma bene. Se con umiltà e amore mettiamo al servizio del Signore il poco che abbiamo, facciamo una cosa grande e siamo più vicini al Signore di quando eravamo in grado di fare con gioia cose apparentemente maggiori.
Oggi, chiediamo allo Spirito Santo che ci aiuti a consegnarci al Signore con tutto il cuore l'anima e le forze, a dare tutta noi stessi a Lui che è la segreta fondante ragione del nostro vivere. Preghiamo così: Signore, concedimi di non trascinare mai una vita da conteggio legalistico ma di ardere nel tuo fuoco d'amore, perché quello che sono e che ho, sia pur poco, è tuo e ha senso se si realizza solo in te e per te.