lunedì 3 dicembre 2007

INTERIORE LETIZIA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

La gioia nello Spirito Santo, è il sottofondo che vi propongo nella Parola che ascoltereno. Parole grosse che magari non ci dicono nulla, eppure il Vangelo dice che Gesù esultò nello Spirito Santo (vedi Lc 10,21-24).
Il testo di oggi rivela il fondo del cuore di Gesù, il motivo della sua allegria. I discepoli erano andati in missione, e quando tornano, condividono con Gesù l'allegria della loro esperienza missionaria (vedi anche Lc 10,17-21).
Il motivo dell'allegria di Gesù è l'allegria degli amici. Nell'ascoltare la loro esperienza e nel percepire la loro allegria, anche Gesù sente una profonda allegria.
Il motivo dell'allegria di Gesù è il benessere degli altri. Non è un'allegria superficiale perché viene dallo Spirito Santo.
Il motivo dell'allegria è che i discepoli e le discepole sperimenteranno qualcosa di Gesù durante la loro esperienza missionaria.
Gesù chiama loro "piccoli". Chi sono i "piccoli"? Sono i settantadue discepoli (Lc 10,1) che ritornano dalla missione: padri e madri di famiglia, ragazzi e ragazze, sposati e nubili, vecchi e giovani. Loro non sono dottori: sono persone semplici, senza molti studi che capiscono le cose di Dio meglio dei dottori.
Nella preghiera, Gesù ringrazia il Padre per loro: "Sì, Padre, perché così a te è piaciuto!" Frase molto seria. Piace al Padre che i dottori ed i saggi non capiscano le cose del Regno e che le capiscano invece i piccoli. Quindi, se i grandi vogliono capire le cose del Regno, devono diventare discepoli dei piccoli! Gesù li guarda e dice: "Beati voi!" E perché sono felici? Perché stanno vedendo cose che i profeti vorrebbero vedere, ma non ci riescono. E cosa vedranno? Saranno capaci di percepire l'azione del Regno nelle cose comuni della vita: curare i malati, consolare gli afflitti, espellere i mali dalla vita.
Nella preghiera personale, chiediamo con insistenza che lo Spirito Santo illumini il nostro cuore e lo inondi di tutti i suoi doni. Chiediamo soprattutto la fortezza per mettere K.O. orgoglio, vanità, presunzione e apriamoci alla gioia di un umile amore operativo.