martedì 20 maggio 2008

DALLA SUPERFICIE AL CUORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Quante sorprese nella nostra vita, soprese che portano in noi delle reazioni, per dare un perché a quel fatto.
Anche nel vangelo di Marco troviamo un episodio che scatena una certa reazione (vedi Mc 9,38-40). Attenzione questa volta è tra i discepoli la reazione, in particolare in Giovanni che formula l’obiezione contro questo “qualcuno” che scaccerebbe i demoni nel nome di Gesù, senza essere dei discepoli di Gesù. Gesù risponde: "Non glielo proibite perché non c'è nessuno che compia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlar male di me".
Sembra una storia di sempre. Anche Giovanni rivendica il monopolio dell'attività liberatrice di quanti seguono il Signore. Gesù, invece, non solo corregge quel modo miope, chiuso e immaturo di pensare e di agire, ma spalanca orizzonti che, oggi, chiamiamo con termini più ampi: ecumenismo ed interreligiosità. Ma cosa vuole dirci Gesù con questa pagina evangelica? Il cammino dell'uomo ha una sua realizzazione nella dimensione umano-divina. In quanto tale si possono compiere opere "nel nome" di Gesù, ossia in forza della sua divina potenza di guarigione e liberazione dal male. Gesù non invita dunque solo alla tolleranza (che è già un grande valore umano), ma alla convinzione che il bene, per qualsiasi canale passi, viene da Dio ed è degno del nostro compiacimento, del nostro consenso e, quando si può, della nostra collaborazione.
Forse è il caso di scrutare il nostro cuore, un cuore sempre irrequieto che pensa a se stesso e che arriva anche alla disperazione. Non bisogna disperarsi: se si ha un peso sul cuore, diciamolo a Gesù, e diciamolo con la semplicità di Giovanni. Gesù risponderà con la stessa dolcezza e con la stessa prontezza con cui ha risposto a Giovanni e insegnerà che “non c’è nessuno che faccia un miracolo nel suo nome e subito dopo possa parlare male di lui”. Invece di perseverare nella nostra collera e nella nostra contrarietà, andiamo a parlare a Gesù, inginocchiamoci davanti al Tabernacolo. Cristo ci risponderà creando in noi un nuovo modo di accogliere e ci farà progredire poco alla volta, fino a farci raggiungere le altezze della mistica e della santità dell’apostolo Giovanni.
Preghiamo allora scendendo "dalla superficie al cuore". Chiediamo allo Spirito Santo di cogliere eventuali chiusure in noi e di spalancare il nostro cuore a tutti.