giovedì 21 agosto 2008

IL COMANDAMENTO DELL'AMORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



Ancora nelle nostre celebrazioni un ricordo della nostra mamma celeste: la Beata Vergine Maria Regina.
Il vangelo di questa giornata ci riporta alle interrogazioni degli scribi e dei farisei che mirano sempre a "mettere alla prova" il Signore (vedi Mt 22,34-40). L'atteggiamento che troviamo in queste persone, sono come a quelle dei nostri giorni, sopratutto in quelli che come loro, si ritengono arbitri infallibili e insindacabili nei loro giudizi e nelle loro interpretazioni della legge e di conseguenza, ritengono di poter giudicare lo stesso Cristo. Queste persone, non si arrendono neanche dinanzi all'evidenza e persistono ostinatamente nelle loro trame. per fortuna c'è molta gente semplice ed umile che accoglie le parole di Cristo e gli riconosce una speciale "autorità", che mancava invece ai falsi dottori della legge, ma proprio questo ulteriormente li ingelosisce. Quest'atteggiamento, comunque, a prescindere dalle loro perverse intenzioni, ci offre l'occasione propizia di ascoltare la Parola saggia di Gesù che sempre illumina. E la Sua Parola non può che parlare d'Amore, non che parlare di quello che tutta la legge contiene e sublima: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Sappiamo bene infatti quante deviazioni accadono in nome dell'amore quando questo sgorga soltanto dal cuore inquinato dell'uomo. Dio va messo al primo posto, va amato con la migliore intensità possibile, nulla, assolutamente nulla dobbiamo anteporre a quell'amore. E ciò perché Dio è Amore e vuole inabitare in noi e solo amandoLo gli consentiamo di essere e agire in noi santificandoci con la sua grazia. In virtù di questo amore, che ci rende figli e fratelli in Cristo, diventiamo capaci di amare anche il nostro prossimo come noi stessi. Diventiamo capaci soprattutto di superare le nostre schiavitù e conseguire la vera libertà dei figli di Dio. Così formiamo un solo corpo, "Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito".
Facciamo in modo che la nostra preghiera sia più intensa, per trovare capacità di amarLo sempre più e di amare il nostro prossimo e noi stessi nel modo giusto.