mercoledì 17 settembre 2008

UN SILENZIO ADORANTE PIENO D'AMORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo di quest'oggi ci presenta l’episodio della donna, nella casa di Simone il fariseo,che unse Gesù durante una festa (vedi Lc 7,36-50). Uno degli aspetti della novità della Buona Notizia di Gesù è il suo atteggiamento sorprendente verso le donne.
All’epoca del Nuovo Testamento la donna viveva emarginata, la mentalità era molto maschilista. Nella sinagoga non partecipava alla vita pubblica e non poteva essere testimone. Molte donne, però, resistevano a questa esclusione. Dal tempo di Esdra, aumentava l’emarginazione delle donne da parte delle autorità religiose (Esd 9,1 a 10,44) ed aumentava anche la resistenza delle donne contro la loro esclusione, come vediamo nelle storie di Giuditta, Ester, Ruth, Noemi, Susanna, della Sulamita e di altre. Questa resistenza incontrò eco ed accoglienza in Gesù. Nell’episodio della donna con il profumo spunta l’inconformismo e la resistenza delle donne nella vita di ogni giorno e l’accoglienza da parte di Gesù.
Nella casa del fariseo, una donna, che era pubblica peccatrice, si è infilata nella sala del convito dove Gesù fu invitato a pranzo. Con gesto pieno di bellezza e ricco di interiorità cosparge di olio profumato i piedi del Signore. Qui entra in scna il malpensare: " Se costui fosse un profeta, saprebbe che specie di donna è colei che lo tocca". Simone il fariseo crede di aver colto in fallo sia la donna che ha osato il gesto tanto ardito di entrare in casa sua per spandere olio profumato sul capo di Gesù, sia Gesù stesso che si è lasciato fare tutto questo da una donna peccatrice.
Purtroppo quando rode dentro, non si ha occhi per vedere la luce vivissima che sprigiona in quel gesto della donna e lo sguardo di Gesù che comprende fino in fondo la motivazione del gesto.
Davanti abbiamo una donna che, ancor prima delle parole che Gesù le dirà, già si sa perdonata. Una donna a cui, ora, non interessa più altro che esprimere un adorante amore di riconoscenza per il Signore. Ecco il senso di quel trepido e coraggioso versare lacrime fino a lavargli i piedi, il gesto di asciugarli coi suoi capelli, quel versare l'olio profumato sul capo: un atteggiamento del tutto antitetico a quello di Simone. Egli è l'uomo dabbene, consapevole di essere tale e cortesemente freddo e tutto chiuso in sé e nella sua presunzione di giudicare chi è diverso da lui. La donna invece è consapevole del suo peccato e ancor più della forza rigeneratrice del perdono che le viene da Gesù. Il suo "aver molto amato" sta proprio in questo: nel sapersi del tutto perdonata, del tutto resa nuovamente capace di amare ma a un livello tanto diverso di come prima aveva amato.
Preghiamo, riconoscendo il nostro limite, riconoscendo anche noi un silenzio adorante pieno d'amore: Signore, afferrami nel profondo perché diventi mio stile di vita guardare a Te, percepirmi perdonato da Te. Tu suscita in me quel trasporto, quella piena fiducia, quella dedizione d'amore che unifica la mia persona, mentre mi unisco a te con tutto il cuore, l'anima e le forze.