venerdì 28 novembre 2008

RINGIOVANIRE IL CUORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Siamo a conclusione. Siamo arrivati all'ultimo giorno dell'anno liturgico, per poi iniziarne domenica uno nuovo. In questo giorno il calendario carmelitano vuole ricordare due martiri: i beati Dionisio e Redento.
La Parola di questo sabato ci mette ancora in guardia (vedi Lc 21,34-36). Ma non è un semplice dire per evitare una vita disordinata che poi porta alla depressione! La Parola è sempre quel "trampolino di lancio" per un rinvigorimento interiore, del cuore. Un cuore rinvigorito non conosce pesantezze. È leggero e alato. Ma è tale proprio perché anzitutto evita la dissipazione. E come ci dissipiamo? Ognuno, in ogni realtà potrebbe fare un elenco di quelle cose a cui si attacca: interessi fatui, cultura consumistica, il denaro, etc. Possiamo tradurre questo verbo dissipare con un sinonimo: disperdere. Sì, il cuore si appesantisce proprio disperdendo quel che ha di più prezioso: l’unione a Dio, l’attenzione a ciò che è vero buono e bello, la cura di custodire i valori perché, in pace, vengano donati rendendo migliore la vita degli altri. È infatti nel dono di sé che il cuore diventa "leggero", ma grazie alla causa motricea di chi è l’Eterna Giovinezza dell’Amore: il Signore.
In questi giorni lessi un articolo del p. Lombardi, portavoce del Vaticano, che invitava a stare in guardia dall'uso che si fa di internet e di qualsiasi strumento moderno, perché si rischia di perdere la cella dell'anima. Le parole del p. Lombardi non vogliono distogliere dall'uso della tecnologia, ma ci riportano all'essenziale.
Nelle parole del Vangelo noi troviamo la via che Gesù ci addita: "State bene attenti", "Vegliate", cioè tenete gli occhi ben aperti per cogliere i primi barlumi di luce che annunciano l'imminente arrivo di "quel giorno", l'esaltante incontro con il "Figlio dell'uomo". Non si nega la durezza del momento, anzi si invita a pregare per ricevere la forza di superare tutto, ma contemporaneamente si invita ad "alzare la testa, perché la liberazione è vicina" (v. 28).
"Quel giorno": è il richiamo che oggi Gesù rivolge a noi. Lasciamo che ci interpelli, che ci stimoli a prendere 'sul serio' il tempo che ci è dato, vivendo nella consapevole e gioiosa attesa del 'suo ritorno'. Allora, vieni Signore Gesù. Vieni nelle mie laboriose giornate. Vieni quando il dolore bussa alla mia porta. Vieni quando la gioia fa sussultare il mio cuore. Vieni, o Atteso dall'anima mia!