martedì 30 giugno 2009

Mercoledì della XIII settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


"In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni...".
La riva orientale del mare di Galilea, ove approda Gesù, confina con la regione semipagana delle dieci città (la Decapoli); una di queste è Gadara (in ebraico significa "recinto" o "confine") situata in una zona piena di caverne. Oggi si chiama Umm Qais ed è una città della Giordania.

I discepoli, salvati dal pericolo di essere sommersi dalle onde del mare (Vangelo di ieri), assistono al miracolo della liberazione di due indemoniati e alla perdizione dei demoni sommersi nei flutti del mare (vedi Mt 8,28-34). Due ossessi, uscendo da una di esse, corrono verso Gesù.
Fermiamoci un attimo a pensare. Anche le nostre città, la nostra stessa vita non sono simili ad un insieme di caverne, buie di vita, abitate da ossessi?
Quanti squilibri psichici in tante persone, ma anche all'addensarsi della violenza, dell'odio, della maldicenza, dell'indifferenza, della xenofobia che rendono amara la vita di tanta gente. E spesso siamo così rassegnati alla follia di una vita senza senso da non sperare più in nessun cambiamento ove la morte (suicidio) diventa risposta ad una situazione disperata. E' questo il senso dell'opposizione che fu fatta a Gesù: "Che abbiamo noi a vedere con te?", "Cosa c'entri con la nostra vita?" "Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?" domande che significano che la breve permanenza di Gesù nella terra dei gadareni è un'anticipazione della vittoria sul maligno che Gesù opererà con la sua morte e risurrezione.
Gli ossessi chiedono di essere mandati ad invasare una mandria di porci, tra quegli animali che nel mondo giudaico rappresentavano l'essenza stessa dell'impurità. Li attende un precipizio di morte tra i flutti del mare! Un salmista afferma nella sua grande disgrazia: «Un abisso chiama l'abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati» (sal 41,8).
I demoni si sono dati una definizione in lingua latina che ha del demoniaco, recita così e il lettore può leggerla nei due versi, da destra a sinistra e viceversa: «In girum imus nocte et consumimur igni»: «andiamo vagando nelle tenebre della notte e siamo divorati dal fuoco».
Con un autorevole imperativo: "Andate!", il Signore Gesù manifesta la sua forza contro il male riducendo all'impotenza "colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo" (Eb 2,14). Una scena drammatica ma anche intrisa di speranza perché se da un lato ci avverte dell'insidia costante che grava sui figli della luce, dall'altro ci assicura che, pur tramando contro di noi per circuirci fino a renderci ciechi increduli e alienati, il Maligno non può far nulla contro di noi se ci lasciamo custodire dalla potenza del Signore.
Gesù, in verità, è venuto a liberarci dagli spiriti del male che senza pietà ci soggiogano. Di fronte ai necessari cambiamenti che bisogna operare per avere una vita più degna (è forse questo il senso dell'affogamento di una mandria di porci), gli uomini preferiscono continuare la vita di sempre e allontanare Gesù.
I vangeli insistono molto sulla vittoria di Gesù, sul potere del male, sul demonio, su Satana, sul peccato e sulla morte. Era per incoraggiare le comunità a vincere la paura del demonio, paura che si era divenuta cultura! Ed oggi, chi di noi può dire: "Io sono totalmente libero/a"? Nessuno! E allora, se non sono totalmente libero/a c'è qualche parte in me che è posseduta da altri poteri. Come scacciare queste forze? Il messaggio del vangelo di oggi continua ad essere valido per noi.
Rientriamo allora in noi stessi e invochiamo lo Spirito Santo perché venga in aiuto alla nostra debolezza e ci aiuti ad identificare le trame del Maligno che tenta di circuirci. Facciamo luce sui percorsi della nostra vita spirituale per discernere con rettitudine e purezza di cuore ciò che piace a Dio. Preghiamo con le parole del monaco Silvano del Monte Athos:
La mia anima ha sete del Signore e con lacrime io Lo cerco. Come non dovrei cercarti? Tu per primo mi hai cercato e mi hai concesso di gustare la dolcezza dello Spirito Santo, e la mia anima Ti ha amato sino alla fine.