domenica 3 gennaio 2010

Feria propria del 4 Gennaio

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Quando una persona è molto amata, generalmente riceve molti nomi o titoli che esprimono affetto. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù riceve molti titoli e nomi che esprimono ciò che lui significava per i primi cristiani.
Questi nomi traducono il desiderio dei primi cristiani di conoscere meglio chi è Gesù per poter amarlo con più coerenza.
Nel vangelo odierno, Giovanni Battista chiama Gesù "Agnello di Dio" (vedi Gv 1,35-42).
Ma nel discorso giovanneo vi è racchiusa la ricerca di Gesù. infatti, due dei suoi discepoli, animati da Giovanni stesso, vanno alla ricerca di Gesù.
Anche i discepoli, vivendo insieme a Gesù loro stessi possono verificare e confermare se è questo ciò che cercano. L'incontro conferma la ricerca, e poi i due non dimenticheranno mai l'ora dell'incontro. Quasi settanta anni dopo, Giovanni ricorda "Erano le quattro del pomeriggio!".
Le motivazioni della fede sono molte e non tutte corrette o sufficienti per seguire Gesù di Nazareth. Il Signore chiede di farci chiarezza: la sua non è una presenza consolatoria e facile, essere suoi discepoli non significa risolvere i problemi. Questa prima inquietante domanda di Gesù pone una distanza abissale tra l'idea di un cristianesimo facile, di un Dio risolvi-problemi e la realtà. L'idea, peraltro in gran parte giustificata, di un cristianesimo che volge lo sguardo al cielo dimenticando la terra, viene qui pesantemente contraddetta: Gesù vuole consapevolezza, adultità, lucidità mentale assoluta. E io, cosa cerco quando seguo Gesù? Cosa voglio veramente da lui?
Come per i discepoli, questa è una domanda che spiazza la nostra stessa esistenza. E per "difenderci" non rispondiamo... ci limitiamo a cercare solo chiarimenti.
Penso che in quel momento i discepoli, noi oggi, ci rendiamo conto della portata della domanda e non siamo ancora capaci di cercare Gesù per qualcosa di non sufficientemente valido o nobile.
Ma... "Rabbì, dove abiti?". E' la nostra esitazione, un cercare sempre informazioni. Scambiamo Gesù, la fede come luogo di protezione. Ma Gesù e la fede non sono il rifugio dalla vita!
I discepoli però con l'aiuto del Battista sanno che Gesù è Rabbi, maestro, sanno che può insegnar loro qualcosa. Il loro desiderio è ancora indefinito, non preciso, però hanno voglia di imparare. E questa è una condizione che Gesù reputa soddisfacente.
I discepoli ora seguono Gesù non per impulso di altri, ma perché affascinati da un'esperienza personale. Da questo momento, essi incominciano a chiamare altri a seguirlo. Il loro annuncio è la comunicazione di una certezza: Gesù è il Messia.
Ogni chiamata riproduce sempre il loro itinerario spirituale di vita: annuncio, conoscenza ed esperienza diretta di Gesù. Così Andrea si fa guida del fratello Simone verso Gesù. Egli, prima testimonia la sua fede, comunicando l'esperienza avuta con il Messia, poi stimola il fratello a vivere in prima persona l'esperienza che lui ha vissuto.
Anche noi possiamo vivere di questa esperienza e testimoniarla.
Preghiamo così: Signore, dove abiti? Chi sei veramente? Confermaci nella fede della tua divinità, della tua presenza nell'Eucaristia, nella tua Chiesa, nella tua parola, nel fratello che incontro anche per la prima volta nella vita... Tu abiti in tutte queste realtà: che io possa riconoscerti, servirti e adorarti in esse!