mercoledì 10 febbraio 2010

Giovedì della V settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Nel vangelo di oggi vediamo come Gesù si occupa di una donna straniera, appartenente ad un’altra razza e ad un’altra religione, pur essendo ciò proibito dalla legge religiosa di quell’epoca. All’inizio Gesù non se ne vuole occupare, ma la donna insiste ed ottiene ciò che lei vuole: la guarigione della figlia (vedi Mc 7,24-30).
Il ritorno di Gesù in terra pagana significa che il Vangelo non è riservato solo ad alcuni popoli o solo ad alcune persone. A non fermarsi dentro i confini abituali, neanche quelli della propria cultura e neppure quelli della propria religione. Non c'è nessuno al mondo che sia estraneo al Vangelo; nessuno che non possa essere toccato dalla misericordia del Signore.
Il messaggio evangelico sottolineando quest'aspetto, verte sul "pane dei figli" e la sua chiave di lettura, è la salvezza donata che passa: è l'amore come grazia dell'altro. Il pane, lo sappiamo è vita e il pane del figlio è l'amore gratutio del Padre.
Inoltre, il "pane dei figli" è il Figlio che ci dà la sua vita. Se i discepoli lo scambiano per un fantasma, questa donna, dalla preghiera insistente, sa che bastano poche briciole per ridare vita alla figlia.
L'insistenza di questa povera donna, che intercede per la figlia malata, è esempio della preghiera della comunità cristiana e di ogni discepolo. Quella donna ha perseverato nell'insistenza della preghiera e Gesù l'ha ascoltata andando ben oltre le sue richieste. Non le ha dato solo le briciole, bensì la pienezza della vita per la figlia.
La Parola odierna c'interpella dunque in ordine alla fede. Per noi Gesù è davvero "il Signore", la Via della salvezza, la Porta sempre aperta che c'introduce nella beatitudine del regno? Siamo disposti a seguirlo entrando attraverso le strettoie salvifiche della croce fino "perdere la vita per Lui e per il vangelo"? Crediamo davvero che Cristo abbia "riscattato con il suo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione" (Ap 5,9) delegittimando nell'universale fratellanza ogni presunta elezione e sottesa superiorità?
Ci affidiamo alla Vergine Maria, che oggi la ricordiamo come la Vergine di Lourdes, perché ci aiuti a capire questo mistero di donazione.