giovedì 25 febbraio 2010

Venerdì della I settimana di Quaresima

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Nel discorso della montagna, Gesù continua a stupire con la sua radicalità. Ancora viene toccato il tema della preghiera. O
ggi l'evangelista Matteo ce la presenta come offerta che portiamo all'altare del Signore.
All'altare del Signore, spesso chiediamo di ottenere giustizia, ma non sempre riceviamo quella "grazia", perché il tema della giustizia, quella che tutti chiediamo di ricevere, non tutti viviamo nei confronti del prossimo (vedi Mt 5,20-26). Qui il Signore ci chiede il coraggio di un atteggiamento interiore nuovo, che va al di là del comune pensare.
Gesù mostra cosa vuol dire portare a compimento la legge: cogliere in essa il pensiero e il cuore stesso di Dio. La giustizia, pertanto, non consiste in un egualitarismo esteriore, peraltro impossibile, ma nell'amore senza limiti che Dio ha per i suoi figli.
Cosa vuol dire veramente Gesù esortando i discepoli a superare scribi e farisei in tali comportamenti religiosi? Di certo non significa fare di più, ma agire con purezza di cuore, non per essere ammirati dagli uomini, ma per essere limpidi davanti a Dio e calamitati totalmente dalle esigenze del Regno, depistando le insidie del vuoto apparire che fa deragliare la nostra vita su percorsi di inautenticità mortifera perchè piena solamente di cose, di attività e informazioni.
La preghiera è allora una dinamica che coinvolge tutto il nostro essere perché possiamo presentarci a Dio con sincerità e purezza di cuore e realizzare il mandato che Gesù ci ha offerto dal monte delle Beatitudini.
In concreto oggi la Parola ci chiede di spazzar via quanto di farisaico s'annida in noi: pensieri parole ed opere; formalismi ipocrisie e falsità. O, più semplicemente, quel fare superbo che appiattisce le altezze e la dignità del nostro essere uomini e donne del Vangelo.
Ciò che Gesù dice nel Vangelo di oggi dovrebbe essere scolpito sempre nei nostri cuori, per far sì che la nostra vita sia una preghiera continua da vivere sempre con slanci di generosità nel perdono reciproco.
Preghiamo perché il Signore ci liberi da ogni forma di gretto sentire e ci renda limpidi e puri perché possiamo entrare nel regno dei cieli.