C'è sempre una parabola che Gesù pone alla nostra vita per porla avvicinare alla sua. Le nostre comunità sono come la vigna di cui ci parla il Vangelo (vedi Mt 21,33-43.45).
Gesù parla in Parabole perché se ci dicesse apertamente la verità, non sapremo accoglierla. Attraverso la Parabola Gesù giunge a una conclusione e la fa dire a noi stessi. Senza renderci conto affermiamo quella Verità dapprima rifiutata. E' quello che è capitato anche ai sacerdoti e farisei che ascoltavano Gesù: "I sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro..." E' difficile accettare la verità, accettare di aver sbagliato, accettare di ricominciare tutto di nuovo.
I capi del vangelo si ritrovano anche loro in questa situazione. Il loro rifiuto sarà l'inizio di un nuovo popolo, e la pietra scartata sarà testata d'angolo di una nuova economia di salvezza. "La vigna sarà data ad altri agricoltori che gli renderanno i frutti a suo tempo".
Quanto cammino però per poter capire che Gesù non fa altro che mettere a nudo la nostra realtà. Non fa altro che indicarci una via di salvezza e nello stesso tempo di fissare il nostro sguardo in lui.
Ma purtroppo continuiamo a non riconoscere il nostro Creatore, il nostro limite.
Questa tragica parabola è la sintesi della storia fra Dio e Israele, fra Dio e l'umanità. Continuiamo a sostituirci a Dio: ecco il peccato di fondo, la tragica fragilità dell'uomo, credere di essere autosufficiente, senza dover rendere conto, misconoscere il proprio limite. E così accade ancora oggi, all'umanità che invece di orgogliosamente realizzarsi nel dare frutti, pensa a come fregare il proprietario, che nega l'evidenza, che si crede onnipotente.
Nel Vangelo Gesù ci dice che lui stesso la vera eredità, è la pietra scartata che diventa pietra angolare, è l'Agnello, immolato e vittorioso, che vince il nostro male, sacrificando se stesso.
Fin dall'inizio la parabola ha richiamato la nostra attenzione sui frutti. I frutti del regno di Dio coincidono con la fedeltà nell'amore attivo, che è la sintesi della volontà di Dio. Alla fine il giudizio sarà in base ai frutti dell'amore fedele e attivo e non sull'appartenenza a Israele o alla Chiesa.
Preghiamo perché la nostra vita porti sempre frutti di conversione, frutti di bene: O Dio, padre buono, che metti a fondamento della tua Chiesa la pietra scartata dagli uomini, Cristo tuo Figlio, fa’ che noi, accogliendo gli ultimi e condividendo la loro sofferenza, testimoniamo la tua predilezione per i deboli e i poveri. Per Cristo nostro Signore. Amen.