sabato 23 aprile 2016

V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

La Liturgia della Parola di questa domenica, V di Pasqua, ci proietta su quanto sarà per i discepoli di Gesù dopo la sua ascensione: la missione della Chiesa guidata dai primi "anziani" o "presbiteri". 
Il tempo della Chiesa è il tempo in cui si testimonia il Risorto e si annuncia le grandi opere di Dio, glorificandolo nella nostra vita. Ciò viene fatto con la forza dello Spirito Santo in quanto Cristo continuerà ad essere presente nella vita della Chiesa fino alla fine. 
Gesù, nel suo mistero pasquale, “dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1), ha manifestato perfettamente l’amore stesso del Padre e ha presentato se stesso come il perfetto rivelatore di questo amore. 
Il brano evangelico di Giovanni della liturgia domenicale, che rientra nei discorsi di addio di Gesù (Gv 13,31-16,33) – questo è il primo – (Gv 13,31-14,31), ci presenta l'inizio della passione e morte di Gesù, l' <> del servizio, collocato tra due momenti significativi: l’uscita di Giuda dal cenacolo (13,30) e l’annuncio del rinnegamento di Pietro (13,36-38). 
Gesù in questo contesto di tradimento e rinnegamento muore a se stesso rimanendo fedele, continua ad essere servo facendosi servo dei suoi servi, glorificando il Padre portando a perfezione la sua obbedienza e sottomissione.
Gesù lascia un testamento spirituale che riassume il significato vero di ciò che significa essere cristiano. 
La vita della Chiesa deve essere avvolta dall'amore reciproco per cui nessuno è superiore all'altro e tutti hanno bisogno dell'amore dell'altro.
La gloria di Dio, quindi, è un mistero di amore.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!

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Video a cura di Gaetano Lastilla