CONVERSIONE: RITORNO ALLE ORIGINI
Iniziamo questa terza domenica di quaresima e il Vangelo più che una lieta notizia sembra un necrologio, terribile, inquietante. Però non è questo il punto di questa domenica. Il Vangelo è sempre una lieta notizia perché annuncia sempre la speranza, perché scuote il torpore che abbiamo addosso e non è noia, morte ma vita.
Il Vangelo non fa altro che invitare a cambiare modo di pensare, a cambiare vita e non di cercare "il pelo nell'uovo". Sì, è vero, c'è qualcosa che non va; ma non solo in me, anche in te, in tutti, nella società.
C'è un desiderio di pienezza dentro di noi che spesso lo trasformiamo in dolore. È vero ci sta anche altro tipo di dolore, pensiamo alle malattie terminali che oggi ci rincorrono senza un perché. Nella Bibbia non troviamo risposte a questo tipo di sofferenza-dolore e ci lascia con un amaro in bocca, come se ci sfuggisse qualcosa.
L'evangelista Luca ci presenta un episodio particolare ma lo pone dinanzi a noi come oggetto di riflessione, per cambiare i nostri pensieri, i nostri desideri, le nostre scelte. Ci dice di dare frutto a ciò che ci succede. Ci dice che c'è una opportunità per tutti. C'è un modo per affrontare i fatti della vita.
Più volte, nel Vangelo, troviamo la parola "conversione". Perché questa parola e non altra? Perché in ebraico la parola conversione ha un significato particolare, vuol dire "tornare alle origini", cioé tornare nel punto autentico di partenza.
La conversione è fondamentale, perché è fondamentale tornare alle origini, alla verità, all'essenziale. Se ci pensiamo un momento la vita stessa è un cambiamento.
Gesù a quanti gli portano i fatti della vita non fa altro che invitare alla crescita attraverso i fatti. Invita a saper andare oltre (metanoia) i fatti. Ci vuole pazienza e tempo. Il racconto del fico senza frutti ci invita a coglierne il senso e a dare i frutti sorpassando i fatti della vita, valorizzandola, vivendola in pienezza, con amore!
Buona Domenica nel Signore!
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