domenica 23 dicembre 2018

Feria propria del 24 Dicembre

IX GIORNO DELLA NOVENA DI NATALE

Letture del giorno: 2Sam 7,1-5.8b,12.14a.16; Sal 88; Lc 1,26-38

Quando sorgerà il sole, vedrete il Re dei re:
come lo sposo dalla stanza nuziale

egli viene dal Padre.

Prima di immergerci tra i mille impegni di questa giornata, compreso i fornelli. Prima di dimenticarci di Dio, se non l’abbiamo già fatto, visto che il Natale del Signore corre sempre questo rischio, basta guardarci attorno per capire, chiudiamo la nostra novena al Natale del Signore, che bussa alla porta del nostro cuore, e che puntualmente ci trova impreparati.
L’evangelista Luca vuole ancora aiutarci riprendendo quel personaggio timoroso, che al Tempio restò muto cadendo nel silenzio dell’incredulità per nove mesi: Zaccaria.
Oggi lo vediamo felice e, contento alza il braccio a benedice il Signore: “Benedetto il Signore, Dio di Israele”. Questa è la benedizione giornaliera del cristiano, appena da’ inizio alla sua giornata.
Purtroppo questa è una benedizione che trova Dio nel dimenticatoio. Infatti, spesso nelle tribolazioni pensiamo che sia Dio a dimenticarci di noi; in realtà non è così!
Zaccaria per capirlo ci ha impiegato molti anni, più i nove mesi di gestazione di Elisabetta. Dio non dipende dalle nostre logiche e dalle nostre limitate capacità umane. Bisogna imparare a fidarsi e a tacere di fronte al mistero di Dio e a contemplare in umiltà e silenzio la sua opera, che si rivela nella storia e che tante volte supera la nostra immaginazione.
Per fare questo percorso, Zaccaria si è rimesso a studiare da capo, è ritornato alla scuola della Parola. Infatti, sapeva tante cose ma aveva dimenticato, a differenza della Vergine Maria, la cosa più importante: che nulla è impossibile a Dio.
Ora è pronto a rinascere, ad entrare nella logica di Dio. È pronto ad uscire dal suo guscio e dal suo vecchio modo di pensare Dio. È pronto per essere “colmato di Spirito Santo”. È pronto per profetare e dare alle genti il profeta dell’Altissimo.
Zaccaria apre la bocca e inizia a lodare Dio. Finalmente supera se stesso, le sue negatività e può celebrare con gioia le meraviglie di Dio. Per riuscirci ha dovuto rivivere tutto il cantico che lui stesso alla fine ha innalzato. È il cantico dell’amore di cui, per mezzo dello Spirito Santo, ne è stato avvolto.
In quel cantico sta la nostra vita con i suoi alti e bassi. Purtroppo abbiamo paura di attraversarlo, di mettere nero su bianco e ci dimentichiamo veramente chi è Dio per la nostra vita, per la nostra storia.
Noi, sì, facciamo Natale, ma poi le cose continueranno alla stessa maniera, facciamo grandi tavolate ma poi sottobanco i parenti sono come serpenti, l’altro rimane tale e io pure e la festa ritorna ad essere un muro di separazione.
Il vangelo odierno presenta il “Benedictus” come un itinerario di guarigione, di luce, per ricuperare quella fiducia perduta sia in Dio che negli altri.
Alla scuola della Parola possiamo imparare a benedire per  entrare in quel fascio di luce che fa bene al nostro corpo, al nostro cuore, alla nostra anima, alle persone a cui vogliamo bene.
La promessa di Dio si realizza “come sole che sorge dall'alto”. È un suo dono continuo, perché Dio “guarda giù”, visita il suo popolo, lo vuole sempre suo, lo vuole redento!
Per questo Zaccaria benedice Dio e la benedizione di Dio scende su di lui.
Sembra che la benedizione elevata al cielo rimbalzi per scendere sulla terra, così come cantarono gli angeli a Betlemme: “Gloria a Dio e pace in terra!” e che rinnoveremo nella Messa di Natale. Chi dà gloria a Dio vive in pace. Chi benedice Dio è benedetto!
Impariamo da Zaccaria a benedire Dio in ogni istante perché Dio ci possa benedire.
Manca poco a celebrare il Natale del Signore. Ognuno di noi è arrivato a questo giorno con il “proprio mezzo”: felice, incupito, rassegnato. Forse qualcuno ha dato uno stop alla propria vita, non avendo più nulla da dire o da dare.
In questo ultimo istante della novena, Zaccaria potrebbe suggerirci ancora qualcosa. Egli è un uomo rassegnato ad una vita sterile, piatta e che ora si ritrova a benedire il Signore.
Forse resteremo induriti, perché stiamo marciando ancora in salita, però possiamo ritagliarci pochi minuti per rivedere le cose belle, le grandi cose che ha fatto Dio nell’arco della nostra vita. Allora vivremo anche noi, nel nostro piccolo, il Natale del Signore che continua a visitarci dall’Alto come sole che sorge!

Tanti auguri estensibili alle vostre famiglie!


immagine: https://glaucosanti.wordpress.com