NELL'ATTESA DEL "DOLCE INCONTRO"
Incominciamo, con questa prima Domenica di Avvento, il cammino del nuovo anno liturgico accompagnati dall’evangelista Matteo che subito sembra mettere a fuoco la nostra vita in una cattiva sorte e non a dare dei segni di festa, come siamo abituati a vedere nel nostro consumismo in questo periodo.
Il Tempo d'Avvento che viviamo è intriso di volti, volti violati nella dignità e sepolti nell'indifferenza di tutti e che rendono attuali i giorni di Noè, per questo motivo, il Tempo di Avvento deve spronarci a non abbandonarci al pessimismo, all’individualismo e al fatalismo, ma a riscoprire nell’ “Incarnazione di Dio”, Gesù, Speranza autentica che dà senso a tutto il “non senso” che ordinariamente sperimentiamo ed essere protagonisti della nostra vita, della nostra storia.
La Parola ci dice che alla generazione di Noè mancava la consapevolezza, il discernimento e l’attesa per leggere i segni dei tempi. Era una generazione più attaccata al benessere e alla felicità individuale, che all’essenziale. Lo riscontriamo ancora oggi nella nostra società. Per questo, ancora una volta, siamo invitati a “scorgere nell’oggi i segni che anticipano il giorno del Signore”.
Con il Tempo di Avvento noi aspettiamo la venuta del Signore nella carne e con fede quella definitiva degli ultimi tempi. Nel frattempo, non dimentichiamo che ci sta una venuta nella vita di tutti i giorni, un avvento intermedio, continuo, misterioso ma reale, per questo la nostra preghiera: «vieni, Signore Gesù». Un’invocazione che sempre deve accompagnarci perché il Signore Gesù possa essere presente con la sua grazia.
Invochiamo e vegliamo. Abbiamo bisogno di esercitarci alla consapevolezza e al discernimento e non a respingere il Signore che viene, che bussa alla porta del nostro cuore.
Allora non barrichiamoci in casa e nelle nostre cose, perché questa non è vigilanza. La vigilanza è “una liberante attività umana che nutre il desiderio di camminare nella gioia, incontro al Signore che viene” (don Sandro Ramirez). E questo lo possiamo fare con uno slancio del cuore, un cuore pieno di gioia verso l’altro usando lo stesso stile di Dio che è lo stile dell’amore.
Il cristiano è chiamato a vigilare perché Dio stesso vigila sull'umanità, amandola profondamente.
In questo periodo ricorderemo, tra i personaggi dell’Avvento, la Vergine Maria, una giovane donna chiamata a collaborare al sogno di Dio con il suo «sì». Anche noi, come lei, siamo chiamati a collaborare, con il nostro «sì», a questo sogno di Dio, che è storia d'amore, perché si possa attualizzare il Regno di Dio in mezzo a noi.
L’avvento ci ricorda che abbiamo tanta responsabilità. Per questo è necessaria quella consapevolezza che dia senso al nostro vivere la vita, dando la giusta attenzione, accorgendoci di ciò che accade intorno a noi e nel mondo, nella consapevolezza che tutto passa e che solo Dio resta.
Ci accompagna la virtù della speranza che, in questo anno giubilare è stata la nostra “mascotte” e lo sarà sempre, perché ci permetterà di ricominciare sempre da capo, a dispetto di ogni profezia di sventura dettata dal primo di turno, e farci arrivare all'appuntamento decisivo, a quel “dolce incontro”, pronti e gioiosi con il Signore della vita e della storia.
Buona domenica nel Signore a tutti voi!
