mercoledì 29 agosto 2007

UNA MORTE SPIRITUALE

Un caro saluto a te che leggi quanto ho scritto!
La Parola di Dio, nella ricorrenza liturgica del martirio di San Giovanni Battista, continua a scagliarsi contro i farisei, uomini religiosi e scrupolosi nell'osservare le prescrizioni della religione ebraica (vedi Mt 23,27-32).
Una domanda sorge spontanea: quante volte nella nostra vita ci mascheriamo? Possiamo usare tanto zelo per mascherare il nostro vuoto interiore, ma restiamo ugualmente nella morte spirituale.
Capita che ci si nasconda dietro il Vangelo, ma non dobbiamo usare il Vangelo come un pio libro o uno dei tanti libri della nostra biblioteca da leggere in maniera superficiale quando capita. Il Vangelo deve invadere il nostro cuore e trasformarlo, perché tutta la nostra vita venga come resuscitata dalla morte di sentimenti freddi e atteggiamenti duri e insensibili verso gli altri.
Penso che al di la delle parole letterali del Vangelo, Giovanni Battista denunciava proprio la morte spirituale, per questo tanti accorrevano a lui e qualcuno come un re Erode temeva che anche lui fosse nella lista (vedi Mc 6,17-29 e Lc 3,1-20).
Forse anche noi ci troviamo in questa lista di una morte spirituale! E la Parola ci indica quale atteggiamento assumere per risollevarci: "Se non mi parli, io sono come chi scende nella fossa!" (Sal 28,2). E' l'apertura del cuore che spazza ogni barriera di odio, come quello di Erodiade, che fece breccia sulla debolezza del re e fece decapitare il Battista.
E' facile infatti a volte diventare giudici degli altri per prendere le distanze da chi ai nostri occhi sbaglia. Chi fa così però nasconde la propria debolezza e il bisogno di essere sostenuti ed aiutati dal Signore per essere migliori. Sentirsi giusti ci rende disumani, riconoscersi deboli e bisognosi ci fa assumere l'atteggiamento del discepolo che ha bisogno del Signore, l'unico ad avere "parole di vita eterna".