BEATO LUIGI RABATÀ

Luigi Rabatà nacque a Monte San Giuliano (chiamato così dal 1167 al 1934), l'odierna Erice (TP), nel 1443. Educato dai genitori secondo i sani princìpi della dottrina e della morale cristiana, Luigi sin dalla più tenera età cominciò a disprezzare i beni di questo mondo e a dare chiari segni di vocazione alla vita religiosa. 
Entrò nel convento dell'Annunziata, Trapani, dove compì gli studi, vestì l'abito religioso carmelitano e fu ordinato sacerdote abbracciando una forma di vita più perfetta. 
A Randazzo (CT) visse gran parte della sua esistenza terrena presso la Chiesa in quel tempo intitolata a "San Michele Arcangelo" (edificata nel 1380), svolgendo tra l'altro l'incarico di Priore della comunità religiosa, dando testimonianza della sua fede nel Dio di Gesù Cristo attraverso la consacrazione religiosa e il ministero pastorale che, segnato da un continuo susseguirsi di miracoli, lo vide consumarsi nell'amore a Dio e ai fratelli e molti accorrevano a lui per ascoltarlo e chiedergli conforto nelle amarezze della vita. Il beato Luigi visse una vita santa: mai si lascio sedurre dalla mondanità, da una vita contraria al silenzio interiore.
Nell'annesso Convento Carmelitano omonimo (fondato nel 1456 circa), avvenne il suo beato transito sabato 8 maggio 1490 in seguito ad una ferita mortale, incancrenitasi sulla fronte, provocata circa un anno prima da una freccia scagliata volutamente contro di lui, per aver condannato i cattivi costumi di un signorotto locale, tal Antonio Cataluccio, mentre tornava dalla questua sulla via che conduceva a Bronte (CT). 
Luigi perdonò il suo aggressore senza voler rivelare il suo nome.
Dopo la morte, Luigi fu sepolto sotto l’altare maggiore della chiesa del Convento di Randazzo e il suo sepolcro divenne meta di ammalati, specialmente di ossessi, che beneficiarono della sua intercessione.
I processi canonici furono celebrati nel 1533 e nel 1573. Il 10 Dicembre 1841 Papa Gregorio XVI ne approvò ufficialmente il culto. L’anno successivo furono approvati ufficio e orazione.
Il 13 agosto 1913 le reliquie furono traslate, in forma solenne, nella Basilica di Santa Maria e posti in un’urna, sotto l’Altare dell'Assunzione.
Nel suo paese natale dal 1617 è venerata la reliquia dell’osso di una gamba, a Trapani dal 1640 alcune reliquie come la mandibola e l'omero.
Il beato Luigi è rappresentato con la palma del martirio e la freccia che lo colpì alla testa. Non fece mai il nome del suo assassino, né il motivo dell’aggressione. È venerato come confessore e non come martire.
Il 7 agosto 2010 segna un avvenimento importante riguardante la figura carismatica del Beato Luigi e la sua patria di origine, su interesse dell'Arciprete don Pietro Messana viene riaperta, dopo circa 80 anni, la Chiesa di S. Isidoro, edificata nel 1666 sulla casa natale del beato, nei pressi della Chiesa Madre di Erice.
Due anni dopo, Agosto del 2012, ancora un avvenimento corona la figura del beato Luigi Rabatà: è stato celebrato un tributo dedicato al beato riguardante, in modo particolare, la cittadinanza di Randazzo: il 1° centenario della solenne traslazione della maggior parte delle sacre reliquie del Beato avvenuta il 13 agosto 1912 in Randazzo dalla Chiesa del Convento del Carmine alla Chiesa Collegiata di "Santa Maria Assunta", nella Diocesi di Acireale. Qui le venerate reliquie si trovano ancora oggi composte in un'urna marmorea e ben visibili attraverso una rete metallica applicata nella parte anteriore del reliquiario - opera dello scultore Giovanni Battista Malerba -, sotto l'altare dedicato alla Beata Vergine Maria Assunta in cielo, titolare della Chiesa Matrice - Arcipretura Parrocchia.