sabato 29 settembre 2007

ANCHE TU DESIDERI INCONTRARE GESU'?

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!
Oggi la Parola di Dio è coronata dalla celebrazione dei santi Arcangeli Michele Gabriele e Raffaele. Il Vangelo ci ricorda l'incontro di Gesù con Natanaele (vedi Gv 1, 47-51). Un incontro che non limita, non restringe, né condiziona la vita di chi si avvicina a Gesù. Semmai apre gli occhi e il cuore.
Infatti, Gesù, che legge nel cuore di ciascuno, riconosce la prontezza, la ricerca sincera e il desiderio di Natanaele di incontrarsi con lui. Ma chi è Natanaele? Questo nome significa "colui che vede Dio" e a Natanaele viene promessa la visione degli angeli che scendono e salgono sul figlio dell'uomo (v.51). Gesù conosce bene Natanaele, anche se lo incontra per la prima volta, perché egli conosce tutti (2,24) e sa cosa c'è nell'uomo (2,25). Egli lo dimostra dicendogli che l'ha visto quando era sotto il fico. Sedere sotto il fico significa meditare e insegnare la Scrittura. Natanaele, dunque, è un uomo applicato allo studio della Scrittura che cerca e attende la venuta del Messia. Anche mentre ascoltava la spiegazione delle Scritture, era accompagnato e sostenuto dallo sguardo amoroso di Dio. Natanaele, toccato nell'intimo del suo cuore per la conoscenza che Gesù ha di lui (nota solo a Dio), riconosce in Gesù il Messia ed esclama: "Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele" (v.49). Con la sua fede nel Messia, Natanaele è già disposto ad un'ulteriore rivelazione di Gesù, che gli dice: "Vedrai cose maggiori di queste!" (v. 50). Gesù parla di una rivelazione continua del Padre, di un movimento di salita e discesa degli angeli, richiamando la scena di Giacobbe, nella quale il patriarca "fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa" ( Gen 28,12). Il salire e scendere è un richiamo alla realtà umana e divina di Gesù. Egli, pur essendo tra gli uomini, è in comunione col Padre, è il "luogo" dove si manifesta il Padre, è la "casa di Dio", è la "porta del cielo"(cfr Gen 28,17).
La Parola di oggi ci invita nuovamente ad entrare in familiarità con essa, incontrarla, abitarla. Anche Benedetto XVI invita a questa familiarità “Ad acquistare dimestichezza con la Bibbia, a tenerla a portata di mano, perché sia come una bussola che indica la strada da seguire”.
La parola di Dio ci invita a dare “carne” alla Parola ascoltata perché qualifica la nostra vita di credenti fino a farci arrivare alla pienezza di «un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia» (Mt 7,24).
Tale impegno deve plasmare la vita del discepolo e, quindi, esige fedeltà e costanza: «Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza» (Lc 8,15).
In Gesù Parola incarnata del Padre, noi abbiamo il punto di unione tra cielo e terra, perché Lui è il mediatore tra Dio e gli uomini, è la nuova scala di Giacobbe di cui Dio si serve per dialogare con l'uomo. In Gesù ognuno di noi trova il luogo ideale per fare esperienza di Dio che salva.
Preghiamo perché anche noi, come Natanaele possiamo incontrare Gesù ed esssere trasformati dall'incontro per essere riconosciuti degni del suo nome. Sia così la nostra preghiera: Signore, anche noi vogliamo incontrarti per stare davanti alla tua Parola in un ascolto attento, con orecchi protesi a cogliere con attenzione ogni cosa senza perdere una sola delle tue parole per decifrare con la mente e il cuore quanto tu dici al nostro cuore e saperlo portare a tutti.