mercoledì 19 dicembre 2007

CON MARIA, COSCIENTI DELLA NOSTRA DEBOLEZZA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Questa pagina evangelica (vedi Lc 1,26-38), anche se l'abbiamo ascoltata tante volte, non è mai scontata, se la meditiamo con attenzione, se l'ascoltiamo con il cuore, come Maria ascoltò l'angelo, troveremo un nuovo respiro. È proprio della parola di Dio tornare a parlare al cuore dei credenti; ma ogni volta risuona in maniera nuova appunto per rinnovare il cuore. Come accadde a Zaccaria, anche a Maria quelle parole provocarono un turbamento. La Parola di Dio scende, come la pioggia, nel terreno del nostro cuore: se il terreno è accogliente porta sempre frutto.
In questa pagina evangelica, a differenza di Zaccaria, Maria, pur cosciente della sua debolezza, rispose all'angelo con il suo "si". E da quel giorno la storia del mondo cambiò. Sono passati duemila anni da quando "la Parola si è fatta carne". Maria, con il suo "si" è divenuta la prima credente, la prima che ha accolto con il cuore la Parola di Dio, al punto che è diventata carne della sua carne, vita della sua vita. Ecco perché Maria sta davanti a noi: per continuare ad insegnarci la via della fede che è, appunto, quella dell'ascolto della Parola. Ma ricordiamoci: deve essere un ascolto che lascia entrare la Parola profondamente nel cuore del nostro essere fino a cambiarlo, trasformarlo... sino a conformarsi all'immagine del Signore Gesù. Fu questa la beatitudine di Maria.
In questi giorni lasciamoci accompagnare dal suo esempio. Sostiamo insieme a Lei a considerare quanto bisogno c'è ancora di salvezza in noi e intorno a noi. Assumiamo il grido di questa società e rivolgiamoci a Dio, nella certezza che egli può e vuole intervenire. Preghiamo così offrendogli la propria disponibilità: Eccomi, Signore, riconciliato con la povertà del mio essere. Creatura che tutto attende da te e a te tutto riporta in un canto di riconoscenza e di amore. Eccomi, disponibile a lavorare nel tuo campo, a farmi canale, perché la tua grazia passi e raggiunga tanti cuori assetati.